Mese: ottobre 2021

Domande da NON fare a un uomo al primo appuntamento

L’altro giorno spippolando allegramente e a caso nel magico mondo di internet mi sono imbattuto su un sito in cui si consigliavano domande da fare a un uomo alla prima uscita. E io ho pensato, l’autore del post sarà sicuramente uno psicologo, che tramite le sue conoscenze consiglierà delle domande anche un po’ strane per indurre l’uomo a snocciolare particolari della propria vita privata che altrimenti terrebbe celati all’interlocutrice. Purtroppo no Signori e Signore, le domande erano troppo surreali, troppo insensate perchè le avesse scritte uno psicologo… credo invece che le abbia redatte un semplice coglione… Di seguito alcune con mio modestissimo personale commento:

Com’è la tua famiglia? Questa è una bella domanda da fare a un orfano, e comunque prima di andare a toccare la famiglia, argomento abbastanza difficile per tanti, diciamo che traslerei su altre cose…

Hai mai avuto un’esperienza paranormale? E qui, tranquillamente come sei arrivato, ti alzi, prendi le tue cose, se sei in un locale paghi alla cassa, e lentamente ti levi dai coglioni… ma con calma…

Hai mai perso qualcuno che era molto importante per te? Ecco Signore, non la fate questa domanda perchè riporterà alla mente del vostro lui momenti di dolore, momenti bui che non servono nella situazione in cui potrebbe nascere qualcosa… Chi ha scritto questa domanda, ve l’ho detto, è sicuramente un coglione…

Cosa trovi attraente in una donna? Si, lo so, qualcuno ora penserà sicuramente che la risposta dell’uomo medio sia tette e culo ma ammettiamo, per assurdo, che i protagonisti di questo primo appuntamento siano due esseri umani dotati di pollice opponibile e un minimo di cervello, proprio un pelino ne basta. A questo punto, forse, la risposta giusta da dare sarebbe “esattamente quello che voi donne trovate attraente in un uomo”.

Se potessi descriverti con una sola parola, quale sarebbe? E qui io risponderei a botta “sternocleidomastoideo!” per vedere la reazione…

Le donne sono uguali agli uomini? Classica domanda per sondare se davanti abbiamo un maschilista… E allora la risposta a tono sarà “vuoi davvero iniziare una conversazione sulla parità dei sessi? O magari sul suffragio femminile? Ma qualcosa di meno pesante no?”

Cosa faresti se avessi un milione di dollari? Ma che domanda del c***o… Sarei molto più spensierato probabilmente…

Mare o montagna? Si… vuoi più bene a mamma o a papà? Di che segno sei? Ma smettiamola su…

Preferisci uscire e stare tra la gente o una serata in casa con qualche amico? Ma dipenderà dalla situazione no? Dallo stato d’animo che ho quel giorno no? Ma che c***o di domanda è????

Quanti telefoni hai rotto o perso? E qui scatta irrefrenabile la controdomanda “MA A TE CHE C***O TE NE FREGA???” Quali informazioni puoi carpire da una domanda del genere?

Qual è lo stile “fashion” che ti piace di più? Vedi domanda sul paranormale.

Cosa dici quando rispondi al telefono? “Sono l’operatore 5794 in cosa posso esserle utile?” Dirò “pronto” no?

Quale è stato il periodo della tua vita in cui eri più nervoso e perché? Aridaje… Anche questa domanda riporterà alla mente brutti ricordi, fatevi un favore, non fatela… MAI!

Chi ha perso irrimediabilmente il tuo rispetto? Uuuu, la lista è lunga…

Prima di fidanzarti hai mai tradito? Ecco, tecnicamente questa domanda non ha senso, cosa vuol dire “prima di fidanzarti”, prima di fidanzarmi si presume sia single, anche nel caso come faccio a tradire se non ho un partner? Bha…

Fammi un complimento. Questa non è una domanda, e poi una che al primo appuntamento mi chiede di farle un complimento mi sta già sui coglioni…

Qual è la cosa più bella che potrei dirti per farti felice? “Stasera pago io” Muahahahah

Com’era la tua ex? Ecco, anche qui entriamo nell’insieme “Domande da non fare mai”, se vi spiega com’era la ex possono realizzarsi due scenari, 1 – vi sentite inferiori perchè la ex era più bella, o più brava, o più qualcos’altro e l’atmosfera cambia da rilassata a imbarazzante/non vedo l’ora di andarmene. 2 – Come già detto riportate alla mente ricordi spiacevoli dando di fatto una mazzata all’intera serata.

Sei monogamo? No, vengo dallo Sri Lanka e avevo pensato a te come quarta moglie, l’addetta alle pulizie…

Quanti cuori hai spezzato? Centinaia baby, sono un latin lover bello e dannato, e tu sei la prossima… Io non ho parole…

Non ho più parole…

Recentemente ho avuto una disavventura con la burocrazia del mio comune, ma pensando che fosse un caso isolato ho deciso di non scriverne qui sul blog, mi sono detto “ma si dai, tutti possiamo sbagliare” anche se il danno che mi hanno fatto non era poi così piccolo. In breve, dal mio ritorno in Italia dopo una residenza all’estero di diversi mesi ho fatto la disiscrizione all’AIRE e ho fatto mandare dal Consolato Generale d’Italia della città estera in cui risiedevo tutti i documenti per il rimpatrio. Al mio arrivo in Italia mi sono recato all’ufficio comunale per svolgere il rimpatrio così come ben descritto sui documenti, e lì, chissà come e chissà perchè qualcosa è andato storto e dopo diversi mesi mi sono accorto di essere stato registrato all’anagrafe come un nuovo residente, e non come uno che è nato e vissuto in quello stesso comune per anni, ciò ha fatto sì che la mia vecchia tessera sanitaria non fosse più valida, che non avessi più un medico di base e altre cosine simpatiche che mi hanno fatto perdere un sacco di tempo a girare per uffici per risistemare tutto. L’altro giorno mio padre mi dice che deve rifare la Carta d’Identità perchè tra una settimana gli scade, sa che adesso te la fanno solo elettronica quindi mi chiede se gentilmente me ne occupo io, così sul sito del comune mi cerco le informazioni e trovo un numero di telefono che serve a prenotare un appuntamento che in tempi di pandemia senza appuntamento non si fa niente… Chiamo e la gentile signorina mi dice che il primo appuntamento disponibile per fare una semplice Carta d’Identità è il 30 di Dicembre… Ma come cavolo abbiamo fatto a ridurci così in Italia? Io non ho più parole… Ora mio padre deve stare due mesi e mezzo senza Carta d’Identità, pensa se gli servisse per l’espatrio o per lavorare o per qualcos’altro… Sono davvero allibito… quando eravamo scemi per fare la Carta d’Identità ci volevano dieci minuti… ma eravamo scemi… ora che siamo intelligenti invece…

PS: canzone tratta dal film “The night house”, altro horror carino, niente di eccezionale ma godibile.

Apericena col piacione

Sabato pomeriggio, mentre mi aggiravo curiosando in mezzo a un mercatino di cianfrusaglie (i mercatini di cazzate cosmiche non so perchè mi attirano sempre… mi ipnotizzano, posso rimanere per ore a guardare oggetti inutili sperando di capire a cosa servano…) incontro un vecchio amico. Dopo i saluti e i convenevoli di routine il bastardo, sfruttando la mia disattenzione mi butta lì una domandina apparentemente innocua “che fai stasera?”, io abbocco come un tonno davanti a una sardina succulenta e rispondo “non so, non ho programmi per stasera”, in un microsecondo mi accalappia con una proposta di apericena alla quale mio malgrado non riesco a dire di no. Prima di salutarmi mi da appuntamento verso le 20:30 in un locale non lontano e vedendo la mia poca eccitazione per la proposta appena fatta ci aggiunge anche “stasera ci divertiamo, viene anche Albi”, avrei dovuto rispondere “Chiii???”, non ho idea di chi sia questo Albi… Comunque sorrido e faccio cenno di si con la testa. Appena esce dal mio campo visivo mi chiedo per quale masochistica ragione ho appena detto di si a questo invito…

Alle 20:30 mi presento puntuale all’appuntamento e scopro che Albi è una delle categorie di persone che più odio al mondo, il piacione. Albi è vestito che sembra uscito or ora dalle selezioni di “Uomini e Donne”, camicia rosa semiaperta dalla quale si intravede una catenina che tanto ina non pare, giacca scura, scarpa lucida nera, capello ingelatinato stile finto spettinato, pelle color “abuso di lampada”… in pratica un deficiente vestito a festa. Ci sediamo al tavolo, e dopo le presentazioni arriva la cameriera a prendere l’ordinazione, esordisco io con “per me un americano, voi cosa prendete?” momento di silenzio… i due erano impegnati a fare le radiografie alla cameriera, tanto che lei li guarda e poi riguarda me come a dire “ma sono sordi o che?” il mio amico balbetta uno spritz e l’altro se ne esce con un “sorprendimi” con sguardo penetrante, al quale ho reagito mettendomi la mano sulla faccia e fingendo tosse cercando di coprire le risate.

Appena la cameriera torna all’interno del locale i due galvanizzati iniziano a commentare le fattezze della ragazza con frasi indicibili, metto il cervello in standby per buoni quindici minuti attendendo la fine del discorso. Dopo un po’ la cameriera torna e ci porta i cocktails e qualche stuzzichino nelle classiche ciotoline, roba che credo abbia avuto si e no 7/8 mesi, noccioline al sapore di rancido, crostini di travertino, mais tostato ricoperto di una spezia immangiabile, dicono fosse paprika ma per me era semplice polvere da sparo… Davanti a Albi mi accorgo esserci un cocktail a dir poco appariscente, il bicchiere era un tumbler alto con una roba giallo verdognola dentro, ghiaccio, un ramo di menta di lato, due cannucce e un orribile ombrellino colorato. Lui lo assaggia e mentre la sua faccia esprime disgusto se ne esce con “però buono”… Ricaccio indietro la seconda risata con un altro colpo di tosse. La cameriera alla richiesta di Albi di sorprenderlo aveva semplicemente scelto dal menù del locale il cocktail più costoso, che probabilmente nessuno prendeva mai e che il barman evidentemente non essendo abituato a prepararlo non sapeva neanche farlo al meglio.

La serata è andata avanti con inutili discorsi ai quali ho partecipato poco e niente, e alla richiesta dei due di protrarre il divertimento (il loro presumo, perchè io mi ero rotto le palle già appena mi ero seduto…) presso un altro locale ho educatamente declinato dicendo che l’indomani mattina avrei avuto da fare. E niente, a certe serate preferirei di gran lunga una bella tazzona di tè al latte e un buon libro.

Tasse coniugate al condizionale

Oggi parliamo di tasse signori, si, questi fantastici oboli che lo Stato ci richiede assiduamente con il solo scopo di derubarci finanziarsi per poi offrirci servizi a dir poco scadenti degni di un paese civile. Nello specifico parleremo di un paio di esse che hanno a che fare col modo (o tempo? Bha…) verbale condizionale. Una di queste è la tassa sulle memorie digitali, per capire bene di cosa si tratta andiamo a dare un occhiatina al sito della SIAE dove tale tassa viene chiamata “Copia Privata”:

“La Copia Privata è il compenso che si applica sui supporti vergini, apparecchi di registrazione e memorie in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore. In questo modo ognuno può effettuare una copia con grande risparmio rispetto all’acquisto di un altro originale oltre a quello di cui si è già in possesso. Prima dell’introduzione della copia privata, non era possibile registrare copie di opere tutelate. In Italia, come nella maggior parte dell’Unione europea è stata concessa questa possibilità, a fronte di un pagamento forfetario per compensare gli autori e tutta la filiera dell’industria culturale della riduzione dei loro proventi dovuta alle riproduzioni private di opere protette dal diritto d’autore realizzate con idonei dispositivi o apparecchi. L’entità del compenso tiene conto del fatto che sui supporti si possa registrare anche materiale non protetto dal diritto d’autore.”

Capito? Loro tassano la memoria che “potresti”, e da qui il condizionale, usare per fare una copia di un opera protetta dal diritto d’autore o non. Poi te magari nel tuo cd o chiavetta usb o hardisc ci metti le foto del cane ma a loro che glie ne fotte? E’ una tassa non su ciò che hai fatto, o fai o farai, è una tassa su ciò che “potresti” fare, sull’eventualità! Geniale… E’ un po’ come dire, ti metto una tassa sui coltelli perchè ci potresti ammazzare qualcuno, si lo so che te ci sbucci le mele, ci sfiletti le orate e saltuariamente ci intimidisci la tua compagna (loro sono dotate di ciabatte, arma assai più pericolosa… lo sanno tutti), ma potresti! Altro esempio di tassa coniugata al condizionale è il nostro amatissimo Canone Rai, che goduria… Nel Regio Decreto Legge del 21 febbraio del 1938 n.246 art.1 si legge:

“Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto.”

In seguito si è fatto un gran parlare se sia giusto o no pagare comunque il Canone anche se non si usufruisca del servizio, faccio un esempio: se io ho uno schermo per il pc ma non lo uso per guardare la TV e quindi ricevere il segnale è giusto o no che venga esentato dal pagare il Canone? Logicamente la risposta sarebbe si, tu non ricevi il segnale e quindi non paghi. E invece no Signori, leggete bene la simpaticissima sentenza della Corte di Cassazione del 20 novembre 2007 n. 24010:

“Non trova la sua ragione nell’esistenza di uno specifico rapporto contrattuale che leghi il contribuente, da un lato, e l’Ente Rai, che gestisce il servizio pubblico radiotelevisivo, dall’altro, ma costituisce una prestazione tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio de quo”

Capito? Chi se ne frega se non lo ricevi il segnale, potresti, quindi vai tassato. Non si ragiona in termini di logica e mi permetto di aggiungere di giustizia, lo dice la legge punto e basta. E per essere più sicuri di incassare, perchè ci sono dei furbetti che non te lo pagano, te lo infilano nella bolletta della luce! E qui chapeau… lode e bacio accademico… Ricordo qualche anno fa quando risiedevo in Gran Bretagna, un giorno sul gruppo whatsapp dei miei coinquilini (eravamo in sei in un grande appartamento) uno di noi scrisse che c’era arrivata una lettera per il pagamento del canone televisivo, chiese se qualcuno usufruiva della TV, sfilza di no e con due click sul sito del governo fummo esentati dal pagamento.

Mi sorge un dubbio, non è che la legge inglese sia un tantino più civile della nostra e meno improntata a fare cassa sempre e comunque?

Riflettere…

PS: che l’avvocatuccio di turno non si azzardi a commentare in giuridichese, perchè qui si parla di logica, si disquisisce sul fatto che determinati discorsi o scritti di qualsiasi natura, stiano in piedi oppure no, e questi non stanno in piedi neanche se li impali.

PS2: Mi associo a Arturo Presotto qua sotto… che fa anche rima…