Mese: marzo 2017

Ciao normalità!

Oggi essendo di festa ho deciso di andarmene a fare un giro in centro per comprare alcune cosette, così, come sempre, sono entrato in metro che qua si chiama subway e appena seduto mi sono messo a osservare la coppia che stava di fronte a me. Entrambi sulla quarantina, vestiti casual, nessun segno particolare insomma, due persone normali se non fosse stato per il loro sguardo e per il comportamento. Nel viso avevano un’espressione serena, di due persone rilassate che probabilmente andavano insieme in centro a fare spese. Lei a un certo punto ha piegato la testa da un lato appoggiandola sulla spalla di lui e accennando un piccolo sorriso, lui come in automatico ha appoggiato la testa sulla testa della compagna e dopo qualche secondo l’ha baciata tra i capelli. E’un niente lo so, un piccolo gesto che però mi ha messo il buon umore addosso, anche se il protagonista non ero io, anche se non l’ho vissuto in prima persona ha contagiato anche me, e per qualche istante anche per me il mondo era bello e profumava… poi è arrivata la mia fermata, sono sceso e inavvertitamente ho urtato una signora con le borse della spesa. Ho immediatamente chiesto scusa cioè sorry, lei ha bofonchiato qualcosa di incomprensibile per uno che l’inglese lo sta ancora imparando, ma giurerei sul fatto che non si trattava di lusinghe… e sono ripiombato nella solita routine mentale… Il mondo non profumava più, anzi, l’odore somigliava di più a un misto di vagone sporco e ferro e inoltre ho sentito subito l’impulso di prendere la donnina e rinviarla stile Buffon… Ciao normalità!

Cosa mi manca del cibo italiano

Stasera… mmm… forse è meglio che scriva stanotte, del resto sono esattamente le 01:16… quindi, stanotte voglio scrivere un post sulle cose della cucina italiana che mi mancano di più. La prima è il pesce, perché qui il pesce non c’è! E qualcuno dirà “ma che cavolo stai a dì Corvo, ma se si strafogano di fish & chips!” e io risponderò si, è vero, ma io intendo la varietà del pesce che abbiamo in Italia. Eh si perché qui i pesci che vanno per la maggiore sono haddock, che è lo sconosciuto eglefino simile al merluzzo, usato prevalentemente per il sopracitato fish & chips, poi il salmone, che ormai si trova in tutto il mondo, e il cod, che poi non è altro che il vero merluzzo. Si ogni tanto può capitare di vedere in qualche supermercato il bass, cioè la spigola, ma è abbastanza rara. Poi volevo aggiungere anche il problema di come viene cucinato, o fritto o al vapore, non ho visto altri modi, quindi scordati il classico pesce arrosto con patate e verdure… Non parliamo poi di cozze e vongole, le prime le ho viste una volta sola e così alla prima occhiata non mi sembrava stessero poi così bene, abituato alle nostre nere e lucenti quelle erano grigine e opache, le seconde mai trovate, ne nei menu ne nei supermercati. Poi il caffè, mi manca il rumore della moka la mattina presto e quel profumo che si spande nell’aria quando il caffè esce… Qui il caffè è solubile, sempre-costantemente-solubile, si vabbè se lo vuoi un po’ più buono vai in una caffetteria specializzata, che te lo fa quasi bevibile e per giunta lo pagherai uno sproposito. Ultima, ma non per importanza, la pasta. Qui hanno dei tipi di pasta che se sfori anche di dieci secondi la cottura diventano immangiabili… infatti spesso la mia mente sogna i paccheri di Gragnano, si, grossi, spessi, che mi facevo col sugo di triglia, roba da diventarne dipendenti… Ce ne sarebbero altre di cose che mi mancano, ma mi fermo qui, non vorrei infierire troppo. Ed è vero, loro peccano per quanto riguarda la cucina ma hanno un sacco di altri pregi che li rendono un paese molto più civile del nostro, magari un giorno ci faccio un post…

Rivoglio il mio collega!!!

S’incontrano per i corridoi e si mettono subito a parlare, ormai è un’abitudine, lei passa, sorride, saluta, e io perdo il collega… ormai è matematico… qualcuno diceva che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria… ora io non lo so se è uguale e contraria ma comunque lei arriva e lui se ne va, quindi probabilmente lo è… e quello che lo prende nel posterior sono io, che mi tocca continuare a lavorare da solo… ma che ci vuoi fare, so’ragazzi… ma anche no! C’hanno più di cinquant’anni e si so’innamorati persi! Sembrano due liceali alle prime cotte, e qui mi torna in mente una frase stupenda del Merovingio nel film Matrix (ora non mi chiedete quale dei tre perché non me lo ricordo…) “è sorprendente quanto il modello comportamentale dell’amore sia simile a quello della demenza”. E un pò vero è, si vedono e arrossiscono, cominciano a parlare già col sorrisino sulla faccia, poco dopo lui fa una battuta e scoppiano entrambi a ridere a crepapelle… o lui è uno dei migliori comici degli ultimi tempi, e non lo è, o sono completamente deficienti… sono semplicemente FALL IN LOVE, che letteralmente vuol dire caduti in amore, che credo sia l’espressione più azzeccata, perché nella caduta devono aver preso anche una bella craniata che li ha resi così smielatamente ebeti… Rivoglio il mio collega!!!

Anche in amicizia esiste la meritocrazia

Eccola, come sempre torna a tormentarmi la notte senza sonno… come si suol dire “ormai c’ho fatto il callo”… Periodicamente si ripresenta e non posso far altro che accoglierla portando tanta pazienza e ingegnandomi sul da farsi per non fissare il soffitto fino a domattina. Così eccomi a scrivere! Stasera, o per meglio dire stanotte parlerò di alcuni amici che farebbero bene a farsi gli affari loro. Chi mi legge da un po’ sa che a un certo punto della mia vita ho cambiato tutto. Si, lavoro, paese, e tra le motivazioni della mia scelta c’era anche il fattore amicizie. Mi ero stufato (anche se ricordo che al tempo, per esplicare la mia frustrazione, usavo ben altre parole…). Non stò a raccontare i particolari, ma diciamo che mi sentivo continuamente fuori posto, non eravamo più sulla stessa lunghezza d’onda. Adesso che sono alcuni anni che non frequento più certe persone, non so perché, si rifanno vive tutte insieme… Gente che mi aveva pugnalato alle spalle (in senso metaforico ovviamente, altrimenti probabilmente non lo racconterei…) mi manda addirittura gli “auguri di cuore”, ovviamente non ho risposto. Altri con cui non ho avuto particolari vicissitudini negative, ma con cui erano anni che non ci sentivamo mi riempiono di messaggi su whatsapp e soprattutto di domande, vogliono sapere dove risiedo, cosa faccio, da quanto tempo ho lasciato l’Italia… qualcuno potrebbe vederci un tenero tentativo di riavvicinamento o un amichevole interesse, ma io no, io ci vedo solo ficcanasaggine. No signori, non vi rispondo, adesso prendete ciò che meritate, nè più nè meno di ciò che vi spetta… anche in amicizia esiste la meritocrazia…

La lingua degli autoctoni

I giorni scorrono e io imparo, se pur lentamente, una lingua diversa. M’impegno abbastanza e devo dire che gli autoctoni sono per lo più gentili e cortesi, ma hanno un difettuccio che vale la pena menzionare. Quando parlo con loro può capitare (e capita spesso purtroppo…) che non capisca, quindi immediatamente piazzo lì un bel “sorry for my bad english but I’m still learning, can you repeat please?” che per i non poliglotti vuol dire “scusa per il mio pessimo inglese ma sto ancora imparando, puoi ripetere per favore?”, a questo punto loro che fanno? Mi ripetono esattamente la stessa frase alla stessa velocità con le medesime parole… ora io dico: davanti hai uno che sta cercando d’imparare la tua lingua, ti chiede di ripetere perché evidentemente non ha capito, allora caro anglofono perché non fai uso dei sinonimi? Credo che esistano in tutte le lingue, e poi cosa molto ma molto più semplice, perché non parli un pochino più lentamente? Nel mio lavoro precedente mi è capitato di avere a che fare con persone di diverse nazionalità che parlavano un italiano elementare, quindi per farmi capire meglio cercavo di spiegarmi lentamente, scandire bene le parole e usare termini semplici, è capitato anche di facilitargli la comprensione coniugando i verbi all’infinito… Ora perché sti autoctoni con me non lo fanno? A volte sembrano pure scocciati del fatto che tu non conosca la loro lingua. Come se uno dovesse saper parlare l’inglese per forza… bha… Fortunatamente ho un paio di colleghi pazienti che m’insegnano e io contraccambio insegnando loro parole scurrili in italiano… d’altra parte a loro interessano quelle, che ci vuoi fare…

PS: Per quelli che se lo stessero chiedendo la marmocchia aveva solo abbassato la guardia, nel senso che le difese immunitarie erano indebolite per via del batterio, ora sta meglio e domani probabilmente la dimettono. 😊

Marmocchia

Ho una preoccupazione. Cioè, ne ho più di una, come tutti del resto, ma questa non ci voleva proprio. Non sto parlando della mia vita, perché quella fortunatamente sta andando a piccoli passi dove voglio che vada, si ok lavoro millemila ore e mi pagano poco ma quando cambi tipo di lavoro e da una carriera ti butti su un’altra non puoi pensare di avere subito chissà quale stipendio… quindi avanti così a fare esperienza. Sto parlando della vita di qualcun altro, qualcuno che di vita ne ha assaggiata pochissima essendo una marmocchia. E’ mia nipote. Ha sei anni e non se la passa molto bene in questo periodo, e per di più i medici non riescono a capire cos’ha. Forse farei bene a chiedere l’intervento del Dr. House, lui riuscirebbe sicuramente a svelare l’arcano… Lei è quello che i medici definiscono “un soggetto atipico”, che quando me l’hanno detto ho pensato subito “non è atipica, è originale… tiè!”. Ha da sempre sfoghi sulla pelle dovuti sia a un’intolleranza alimentare abbastanza forte, e sia al fatto che ha una pelle molto delicata. Adesso gli è venuta la febbre e non riescono a mandargliela via, hanno fatto un sacco di esami e da questi è risultato che è entrata in contatto con un batterio di cui non ricordo il nome, ma che ora sembra essere scomparso, domani la ricoverano in un centro diagnostico, e io sono preoccupato… molto preoccupato…