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Natale sigh!

E’ ufficiale. Squillino pure le trombe. Che parta un rullante, sto per fare una rivelazione al mondo intero. Una cosa che è successa per caso, vi giuro! Neanche io so bene come possa essere capitato! Pronti? “Devo fare un altro buco alla cintura!”. E qui ovazione, scoppio di petardi, coreografia di un gruppo di ballerine brasiliane e…. e fra poco c’è il Natale e… e sono fottuto. Ma anche te lettore sei fottuto, perché il Natale non arriva mica solo a me sai, arriva anche a te. (Se chi legge è uno/a di quelli/e che hanno il metabolismo veloce e possono mangiare quello che vogliono senza prendere un chilo sappi che ti odio profondamente) E quindi come me anche tu ti tufferai di testa in primi e secondi, per arrivare quasi esausto ai dessert e finire tipo l’omino michelin sul primo divano nel raggio di dieci metri. Ovviamente semicosciente e provvisto di bolla al naso. Ricordo che da bambino aspettavo il Natale con trepidazione, la notte non riuscivo a prendere sonno, ascoltavo con attenzione tutti i rumori della casa e speravo di sentire Babbo Natale che scendeva dal camino. La mattina mi svegliavo prestissimo e mi precipitavo dai miei genitori per esortarli ad alzarsi e accompagnarmi a scartare i regali. La sensazione la ricordo davvero bene ed era fantastica. Poi sono passati gli anni e adesso mi tocca ammettere che il Natale lo vivo a dir poco in maniera diversa. Direi che la definizione esatta potrebbe stare in mezzo a queste due: uno scambio di falso affetto, una trovata commerciale. Preferirei non aggiungere altro. Sono troppo pessimista?… Naaaaa PS: Ah dimenticavo, Buon Natale…  

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