Mese: Maggio 2014

e via andare…

Dando un’occhiatina al panorama politico europeo si nota una certa flessione verso i partiti anti-euro, nascono dappertutto e in alcuni paesi addirittura vincono! In Italia? Macchè, se dici di essere anti-euro ti discriminano immediatamente, “ma che dici” “sei un pazzo”… Ma scusate eh, ora, io non sono un esperto in materia ma come ci siamo entrati penso che ci si possa riuscire, poi se una miriade di economisti dicono che l’Euro ci ha impoveriti, e credo sia palese, un motivo ci sarà. No, in Italia se parli di sovranità monetaria ti guardano storto, se nomini MES e Fiscal Compact su dieci otto non sanno neanche cos’è… Ma farsi due domandine no? Vabbè lasciamo perdere stasera non è serata… pensandoci bene nemmeno ieri sera era serata… Mi sto deprimendo? Sto entrando in quello che Pieraccioni chiama imbuto cosmico dal quale non ci si leva più i piedi? Penso di si, ma tanto mi passa facilmente, domattina si riparte per un’altra giornatina piena e non si ha il tempo di deprimersi, quindi ci penso stasera, melodia giusta giusta da buco in vena, libro tristissimo e scioccante sugli eventi della Diaz a Genova consigliato da un blog che prima o poi mi ricorderò qual è, bicchierone d’acqua perché la birra stasera non la tollero e via andare… L’incubo notturno è praticamente certo…

E’ scattato qualcosa

E’ scattato qualcosa. Nei suoi occhi non riesco più a scorgere curiosità, come se qualcuno da dentro avesse spento un interruttore. Se ne sta zitto, sdraiato sul divano, fissa il soffitto, tutto il giorno, sempre, costantemente, non s’interessa neanche più di sport, prima guardava ogni singolo evento sportivo, ora non glie ne frega più niente. Oggi ho avuto un attimo di rabbia nel vederlo così arreso. Gli ho urlato che se non si fosse alzato sarei andato a tirarlo su di forza. Si, poi mi sono sentito una merda, gridare a un anziano in quel modo non è un azione da andarne fieri, ma qualcosa dentro di me non sopportava la sua arrendevolezza. Poi sono andato via, senza salutare con la speranza che mi dicesse qualcosa, anche di brutto, mentre me ne andavo. Anche un ingiuria avrei preferito al silenzio. Tra le altre cose ha iniziato anche a mangiare meno, che poi è come dire quasi niente, la colazione è una fetta biscottata, il pranzo decisamente poca pasta e per cena ieri sera mezza tazza di latte con numero 2 biscotti. Ora io non so di quante calorie abbia bisogno un essere umano sull’ottantina, ma quelle appena descritte giurerei essere davvero poche. Non so come comportarmi, arrabbiarmi e costringerlo o rispettare la resa e vederlo consumarsi piano piano. A volte penso che il mio attaccamento emotivo offuschi il mio giudizio, una parte di me vuole a tutti i costi non perderlo, che si tratti di costringerlo o no non è rilevante, l’altra spinge per impormi di rispettare le sue scelte, perchè crede fermamente che un uomo debba scegliere in perfetta autonomia quando e come abbandonarsi. E poi ho anche un presentimento di merda al quale preferirei non pensare…

Babba bia!

Mi sono lamentato di non avere tempo di aggiornare il blog e tac, la natura c’ha messo subito lo zampino con un raffreddore da oscar. Stamattina già non stavo bene e ho avuto la brillante idea di salire in moto senza il… come si chiama… mi accorgo solo adesso di usare un indumento di cui ignoro completamente il nome, quel coso che si mette al collo, ci infili la testa dentro e lo fai scorrere fino al collo, lo usa chi va in moto e chi va a sciare… Va bè dai avete capito… forse… Comunque non me lo sono messo e sono andato a fare il mio bel giretto. Dopo essere tornato e aver pranzato mi metto a praticare lo sport più amato dalla popolazione italiana “il divano”, ovviamente dopo circa dieci minuti l’abbiocco ha fatto il suo dovere. Al risveglio babba bia! Avevo entrambe le narici otturate! Potevo respirare solo con la bocca, la testa pulsava, e mi sentivo più stanco di prima. Ho capito subito che questo sabato era andato a escort (bisogna modernizzarci…). Adesso sono davanti allo schermo, triste, solo, contornato di boccette di rinazina e vicks, sembro un tossico, ho finito anche i fazzoletti, sono passato direttamente al rotolone di scottex, tò! Ho trovato anche un moment sotto la tastiera, chissà di che annata sarà… Dopo magari mi faccio di moment… Dicevo, un uomo finito, alla frutta, domani sul giornale il primo caso di morte per raffreddore del mondo occidentale. Alcuni sostengono che i maschi quando si ammalano siano molto più piagnoni delle femmine, ma secondo me sono solo chiacchiere… mmm… si però mi sento tanto tanto male e c’ho pure scritto un post.

PS: ma quel coso sul collo come si chiama???? Bho…

Da dietro la visiera

Scendi le scale. Strofinata al casco. Sali. Accendi. Parti piano è fredda coglione… Curva a sinistra, rettilineo, sinistra, leggera destra, rettilineo, fermati. Bar. Una sfoglia alla ricotta e un succo di frutta. Risali. Riaccendi. Rettilineo, due leggere sinistra, ampia destra, rettilineo. Si inizia a salire, strada, alberi ai lati e nelle orecchie il rumore del vento e quello della moto. Il corpo cerca di sentire ogni variazione di traiettoria del mezzo, in piega ci si sposta fuori dalla moto, all’interno della curva, la moto è piegata e sei molto vicino alla superficie. La mano cerca di dosare il gas con leggerezza, qualche millimetro di troppo e la posteriore slitta facendoti probabilmente fare compagnia alle rane nel fosso… se ti va bene… In uscita di curva hai la frenesia di spalancare, come una voglia di scappare dalla curva passata per incontrare quella nuova, ma occhio, vale più o meno lo stesso concetto di prima, apri troppo forte o troppo presto e l’epilogo finisce sempre per essere quello delle rane nel fosso. Comunque sali su e a un certo punto dopo un rettilineo in salita ti ritrovi una repentina e breve discesa prima di un tornante destra. O.o Adesso sai cos’è il terrore. Sei più o meno a centotrenta, in un microsecondo pensi rubando la frase a un film famoso “nell’universo fisico che per adesso occupiamo non si può fare” non hai ancora finito di pensarlo che stacchi al limite delle leggi fisiche, scali tutte le marce e dai anche qualche altro colpetto di piede per essere sicuro sicuro di averle fatte tutte. Lasci leggero leggero la frizione e la posteriore pattina, tu cerchi di allargare prima di buttarti dentro di botto e nella tua mente due parole in loop “dai reggi dai reggi dai reggi dai reggi dai reggi dai reggi”. Esci dal tornante a metà della corsia opposta, cuore a mille, colorito cadaverico (presumo), salivazione azzerata e piena apnea. Non viene nessuno. E’ andata. Ti fermi, spengi, togli il casco, i guanti, ti sganci la giacca, e finalmente respiri a pieni polmoni…

GDS

Sapevo che sarebbe giunto… e infatti è arrivato… il giorno dello scoglionamento. Il GDS è come il natale di Renato Pozzetto “quando arriva, arriva” e devi accettarlo che ti piaccia o no. Il GDS è infimo e bastardo perchè non ha segni premonitori e non si notano sintomi nel soggetto che lo subirà, può arrivare in qualunque momento della vita, e anche per il futuro sei fregato perchè puoi stare sicuro che occasionalmente si ripresenterà. Il GDS è caratterizzato da un risveglio lento e faticoso, la presa di coscienza necessita di svariati minuti in cui il soggetto grugnisce e tenta invano di spengere la sveglia, che con una veemenza davvero spropositata cadenza lo scorrere del ritardo. Durante il tragitto verso il bagno il soggetto pensa fino a farsi uscire il sangue dal naso a una scusa accettabilmente credibile per non presenziare a lavoro. Dopo l’intensa seduta alla toilette capisce che le scuse che gli sono venute in mente sono già state tutte utilizzate e si rassegna. Vestizione random, il soggetto prende una palla di stracci (che si ostina a chiamare indumenti), con grandissimo sforzo la lancia per aria e si mette in traiettoria di gravità con le braccia alzate, magicamente è vestito! Colazione random, il soggetto apre il frigo e inserisce un braccio per prelevare qualcosa di commestibile tra i milioni di prodotti scaduti e le schifezze di varia natura… passano alcuni istanti e il soggetto viene morso da una creatura probabilmente venuta alla luce a causa delle reazioni chimiche all’interno del frigo. Il soggetto opta per la colazione al bar. Lavoro. Ritorno a casa per pranzo con sguardo perso nel vuoto, elettroencefalogramma concavo, e difficoltà nella deambulazione. Il soggetto entra in casa ed è in preda a strane allucinazioni, il divano prende vita e si mette a cantare a squarciagola Usami di Luca Dirisio (non metto il link perchè ho pietà di voi… e non azzardatevi ad andarla a cercare su Youtube!). Pranzo vedi Colazione. Il soggetto torna a lavoro per la sessione pomeridiana a piedi, durante il tragitto si accorge di aver consumato le suole delle scarpe a causa della camminata particolare che il GDS purtroppo prevede, la “strascicata” caratterizzata dal far si che i piedi non lascino mai la superficie (sconsigliata quando si è a piedi nudi). Il soggetto si rimette a lavorare e la sessione lavorativa è contraddistinta dallo scandire del tempo dettato dagli sbadigli dello stesso, smisurati e somiglianti al muggito di un bovino adulto. Quando questa giornata sarà finita vi dirò come va a finire… forse…

PS: vi prego non ditemi che siete andati davvero a cercare Dirisio…

Tired

In questo momento le mie dita stanno battendo freneticamente sulla tastiera, ma non ho idea di cosa il cervello stia inviando alle mani, quindi se scrivo qualche cazzata abbiate pazienza. Cercherò di scrivere qualcosa che somigli vagamente a un post ma non garantisco niente, oggi mi sono fatto l’originale culo e sono stanco morto, comunque ho deciso che devo aggiornare il blog, non so neanche perché ma è così. In questi giorni sono distaccato, ho degli arretrati di lavoro che mi stanno letteralmente fagocitando e le cose continuano ad accavallarsi senza lasciarmi spazio per me. Si lo so, me la sono cercata, l’ho deciso io mica me l’ha ordinato il dottore, però è anche vero che comunque la metti la fatica la fai ugualmente… ecco sto delirando… pazienza… Comunque dicevo che sono distaccato, di solito quando vado in giro osservo le persone, sono curioso di cosa mi accade attorno, osservo tutto con attenzione, da un po di tempo ho iniziato a camminare veloce guardando a terra, la mente si perde in pensieri lavorativi, sembro un automa, una volta programmato parto e non mi fermo fino a sera. Devo arrivarci a Settembre… Si si ho capito, è impossibile… E invece io ce la farò, perderò qualche anno di vita ma ce la farò… ancora divagazioni e deliri… Sono messo male, quando mi suona il telefono spero sia un operatore di un call center per una promozione, ho il terrore che sia qualcuno che mi aggiunga impegni a quelli che già ho, se incrocio per strada qualcuno che conosco cerco di svicolare per non perdere tempo. Sono alla frutta… No! No! Invece NO!!! Ora chiuderò lentamente gli occhi, le mie mani smetteranno di battere sui tasti, la testa ondeggerà pericolosamente in avanti e nell’addormentarmi la fronte poggerà delicatamente sulla tastiebyhnbyhnbyhnbyhnbyhnbyhnbyhnbyhnbyhnbyhnbyhnbyhnbyhnbyhnju