Mese: dicembre 2013

Quattro chiacchiere col barista e qualche riflessione

Stamattina mi reco al mio solito bar dove uso fare lo spuntino di metà mattinata, un piccolo vizio che mi concedo per staccare temporaneamente dal lavoro e per scambiare quattro chiacchiere col mio barista di fiducia. Mentre parliamo del più e del meno mi racconta che una vecchina del palazzo in cui abita gli ha confessato di aver ricevuto un controllo da parte di Equitalia. In pratica due persone le hanno citofonato presentandosi come impiegati di Equitalia e le hanno detto che si trattava di un controllo a campione, lei li ha gentilmente fatti accomodare e questi hanno iniziato col dirle che erano già stati in banca a controllargli il conto, che avevano già preso informazioni da altre parti, non so probabilmente si riferivano agli enti previdenziali, insomma, se la sono rigirata come un calzino. Ora io mi chiedo, è giusto trattare una persona così? Gli controlli il conto in banca, gli controlli i dati sensibili, gli vai a casa e hai anche la faccia come il c..o di chiedergli se ha altre entrate non dichiarate? A una persona che prende poco più di cinquecento euro mensili e ha più di ottant’anni? Qualcuno crede che con questi controlli cambi qualcosa? Con i controlli a campione? Ma se uno ha evaso il fisco per trent’anni pensi che con un semplice controllino a campione quello si fa beccare? E poi mi sorge spontanea un’altra domandina, ammettiamo che questa Signora abbia delle entrate nascoste, come la vogliamo chiamare? Evasore? A mio avviso sarebbe meglio definirla Arrancatore, si nel senso che arranca per arrivare a fine mese. Poi ho saputo che con la scusa dell’evasione dal primo dell’anno gli affitti non si possono più pagare in contanti, e qui proprio non capisco, ma secondo il genio che ha inventato questa leggina chi pagava in nero l’affitto da domani mette in regola il contratto e te lo paga con l’assegno? Oppure chi pagava in nero continuerà a farlo e hai solo nascosto in una legge anti/evasione l’obbligo di passare per la banca e quindi arricchirla? Sono davvero amareggiato da quello che sta succedendo in questo paese, o forse sarebbe meglio dire in Europa perchè questo andazzo è purtroppo comune a tutti i paesi dell’unione, tanto per gradire ho saputo che in Spagna hanno inasprito le pene per chi manifesta, visto che ai piani alti parlano di spegnere i fuochi populisti mi aspetto che tra poco facciano lo stesso anche qui. Quindi caro lettore il tuo magnifico futuro sarà in uno Stato dove non si può manifestare, dove per dare la mancetta ai tuoi nipoti devi fargli un bonifico, dove ti controlleranno anche il buco del c..o per sapere se hai evaso le tasse quando hai comprato un pezzo di pane… mmm… che bel paese… che culo…

PS: l’ho scritto di botto quindi potrebbero esserci errori di ogni tipo, ma te lettore c’hai un sacchetto di pazienza e mi perdonerai… forse…

#6 TRE DI TRE

Per l’appuntamento odierno della rubrica TRE DI TRE frutto del gemellaggio con Viaggio al Termine Della Notte l’argomento è “tre canzoni che fanno parte della colonna sonora della tua vita”, e ce ne sarebbero da postare, ne sceglierò solo tre come prevede la dura lex sed lex, ma userò un criterio ben preciso, e cioè il mio accostamento alla musica, dai primi passi ai giorni nostri… Con tre pezzi soli… mmm… va bè proviamo!

1- Il primo gruppo musicale che abbia davvero apprezzato sono stati indubbiamente i Queen, intramontabili, se dovessi scegliere un pezzo significativo direi “Who wants to live forever” dell’album A Kind Of Magic, probabilmente il primo disco che ho realmente voluto.

2- Crescendo la curiosità e la passione per questa splendida forma d’arte ho avuto la possibilità di ascoltare molta musica proveniente da vari generi, quindi anche in questo caso la scelta è particolarmente difficile, a pensarci bene una canzone che mi ha davvero aperto gli occhi su cosa voglia dire suonare e farlo bene è “Hotel California” degli Eagles versione live dell’album “Hell freezes Over”

3- Arriviamo ai giorni nostri e come si suol dire ne è passata di acqua sotto ai ponti, quindi sceglierò un pezzo attuale che negli ultimi tempi mi ha colpito particolarmente, l’artista è già stato accostato dalla critica alla figura di Bob Dylan, ma io non lo farò, mi limiterò ad ammettere che in alcune sonorità può ricordarlo ma non mi sbilancerei oltre, sto parlando di Kristian Matsson in arte The Tallest Man On Earth, cantautore svedese davvero curioso, il pezzo che scelgo è il primo che ho sentito Love is All direttamente da You Tube, e c’ho visto del buono…

Spero che vi siate divertiti e che abbiate passato un felice Natale, non come me che ho abusato di cibo e alcol e so che dovrò correre mesi per smaltire tutto questo me di troppo.

PS: ho scoperto che non mi piace più l’amaro, una volta lo bevevo, ora mi fa ribrezzo…

Natale impegnativo

Quest’anno il Natale è impegnativo, chi di solito riesco a delegare per fare i regali per familiari e affini mi ha clamorosamente dato il pacco! Dopo i primi attimi di panico ho cercato di stare calmo e ragionare logicamente sul da farsi, ok, quanti parenti ho? Ok, cosa gli faccio? La mia mente nell’istante immediatamente successivo a questa domanda ha iniziato a creare antimateria, il vuoto pneumatico, una sola enorme singolarità dalla quale non può scaturire niente di niente, un buco nero in pratica. Chissà come poi le idee hanno iniziato a fare capolino e in pochi giorni ho risolto la situazione. Alla fine sono riuscito a fare tutti i regali compresi di carta regalo, fiocchi vari e udite udite bigliettino scritto di mio pugno! E’ un miracolo, in tanti pensavano che non sarei riuscito a portare a termine questa missione impossibile e invece si sono dovuti ricredere, il Corvo ce l’ha fatta. E uno potrà pensare che da adesso in poi è tutta discesa, eheheh, no caro lettore, da ora inizia la prova più difficile “le cene”. A parte pranzi e cene nei giorni caldi e cioè 25/26 il Corvo dovrà affrontare 2 cene, rispettivamente con 2 gruppi di amici distinti che metteranno a dura prova la resistenza dell’intero apparato digerente ma in particolare del fegato, che verrà maltrattato a botte di miscugli alcolici e intrugli vari, una vera maratona dell’alcolista amatoriale, dalle mie parti la chiamiamo “RIBOTTA”… Una è stasera… se non dovessi tornare, auguri a tutti!!!

PS: Panettone is on the table and everybody’s drinking Moscato…

#5 TRE DI TRE

Quinto appuntamento della rubrica TRE DI TRE in collaborazione con Viaggio al Termine della Notte, l’argomento di oggi verte sull’autoironia, requisito fondamentale a mio avviso per una vita “normale”, anche se una definizione di normale non credo esista, comunque il tema di oggi è: “Tre cose che mi fanno ridere di me stesso/a”.

1- Prima su tutte è quando esco dalla doccia e mi asciugo i capelli con l’asciugamano. Mi spiego, i miei capelli sono tanti e sono grossi, quindi quando sono abbastanza lunghi e mi strofino la testa con l’asciugamano riesco a creare delle capigliature alla Dragon Ball… Infatti ogni volta che mi guardo allo specchio dopo la strofinata mi piego dalle risate… da solo… in bagno… e che ci posso fare…

2- Altra cosa che mi fa ridere di me stesso è la mia completa e viscerale avversione per ogni tipo di ciabatta, o pantofola, o comunque qualsiasi calzatura che non è ben fissata al piede. Riesco a distruggere un paio d’infradito in un mese o poco più. Ogni tanto mentre cammino, inavvertitamente, le sparo in avanti colpendo cose e persone, non riesco a camminarci, mi sento instabile e spesso credo di esserlo realmente, sono costantemente a rischio inciampo e conseguente caduta rovinosa. Diciamo che dopo un mese con me la ciabatta risulta come ciancicata da un cane…

3- Questa invece è una cosa che mi fa sorridere e mi spaventa allo stesso tempo, il fascino del fuoco. Sin da piccolo ho sempre osservato il fuoco con adorazione, non saprei neanche dire perché, non sono mancati episodi di piromania anche se di piccola entità, comunque il fuoco mi ha sempre attirato enormemente e penso che riuscirei a stare fermo a fissarlo per ore, probabilmente se avessi coltivato di più questa passione adesso sarei un piromane professionista…

Anche per oggi è tutto, spero di avervi strappato un sorriso e ci rivediamo alla prossima uscita!

#4 TRE DI TRE + Considerazioni varie ed eventuali su tutto quanto

Cominciamo col dire che sono vivo, si è diverso tempo che manco da wordpress, un po perchè ho avuto seri problemi con la connessione e un po perchè quando uno perde l’ispirazione c’è poco da fare, non servono a niente i tre plum cake come nella vecchia pubblicità, che poi tre so tanti, probabilmente tre plum cake più che all’ispirazione contribuiscono alla cartuccera di ammassi adiposi intorno al giro vita con cui ogni uomo che sorpassa i trenta deve avere a che fare. Poi devo ammettere che ho saltato un appuntamento attesissimo, non ho mantenuto la parola data a una persona con la quale mi scuso, quindi Crisalide se leggi queste parole sappi che sono desolato, mi cospargo il capo di cenere, rimedierò subito. Infatti partirò subito con la fantasmagorica rubrica TRE DI TRE, che doveva uscire giovedì e invece esce ora perchè il sottoscritto ha fatto i pezzi… comunque ciancio alle bande e via con l’argomento di oggi: tre volte in cui signora rabbia ti ha tirato per i capelli.

1- Trovare momenti in cui mi sono arrabbiato in vita mia è molto facile, come direbbe una blogger che conosco “a te te rode sempre un po er c…”, ebbene si, la mia mente critica è sempre in fermento e quasi mai pienamente d’accordo con qualcuno. Comunque senza indugio racconterò di una volta alle medie in cui ho passato la bellezza di 2 ore piegato su un disegno tecnico che non riusciva a nessuno in classe, dopo infiniti tentativi ero riuscito a portarlo a termine ma non avevo fatto i conti con un compagnuccio giocherellone che inavvertitamente rovesciò il vasetto della china sul mio foglio. Credo che il mio volto abbia passato in rassegna tutti i colori caldi dell’arcobaleno partendo ovviamente dal rosa, poi mi sono girato verso il compagnuccio e l’ho lievemente minacciato di morte, ma lievemente…

2- Altro giro altra corsa, una volta in cui la rabbia mi ha tirato per i capelli è successa mentre mi trovavo in fila alle poste, carnaio assoluto, odori molesti da parte dei presenti, mentre mi sorbisco questo girone infernale uno a cui avevo visto chiaramente il numerino per la fila fa il furbo, e cerca di far finta di averne un altro che precedentemente era stato chiamato senza successo (ho spiegato decisamente male, ma con un po di fantasia si capisce dai…). A questo punto la mia rabbia mi ha spronato a battere la manina sulla spalla del maleducato e a sputtanarlo davanti a tutti e lui sapete come ha risposto alla mia arringa? “Eh va bè, che sarà mai, ci ho provato…” a queste parole hanno iniziato a prudermi le mani, ma come sempre mi sono controllato e ho chiuso con un “sei un coglione, sparisci…”.

3- Ultimo, ma non per importanza, racconto di quando la rabbia mi ha tirato i capelli è sicuramente quando ho comprato la mia prima macchina, dopo il giro di routine, tutto soddisfatto, la parcheggio sotto casa e al mio ritorno… angolo posteriore sinistro graffiato… credo di aver assunto la stessa espressione di Giovanni quando trova la macchina rigata nel film Così è la vita. Secchiate di rabbia!

Ok credo di aver ottemperato ai miei doveri per quanto riguarda la rubrica TRE DI TRE, però credo che continuerò a scrivere per un pochino, del resto sono stato via per qualche giorno ed è successo di tutto, dalla morte di Mandela (per il quale avevo scritto un post tempo fa) che ricordo davvero con tanto affetto perché è una delle pochissime persone che davvero si possono definire UOMO (vedete non ho usato neanche il passato, l’idea che sia morto non mi entra proprio in testa…), a quella cavolo di legge sui diritti d’autore che sta davvero minacciando la libertà di espressione di noi (e sottolineo NOI perché riguarda anche NOI Blogger, informatevi!) naviganti della rete, a questo cavolo di governo che casualmente si sono accorti essere incostituzionale, esattamente come la legge elettorale che lo ha reso possibile e cioè il Porcellum, all’ennesima abolizione fittizia del finanziamento pubblico ai partiti, a Renzi nuovo segretario del PD che conserva comunque il doppio incarico tanto per gradire e ci ha già fatto capire che per quanto riguarda la politica bancocentrica, oppure che so, le province, non muoverà un dito, insomma, è successo di tutto ma di roba positiva neanche l’ombra, ma sono io che sono pessimista o è questo paese che fa realmente cagare? Bha… staremo a vedere. Vedete, a ripensare a queste cose sono rientrato nel baratro del non scrittore, l’ispirazione se n’è andata di nuovo, quindi penso che andrò a cercarla, volerò alto per avere più campo visivo e una volta individuata mi lancerò in picchiata per ghermire la preda… ma i corvi sono ispirazionivori? Bho, io mangio di tutto…

#3 TRE DI TRE

Rieccoci all’attesissimo appuntamento con la rubrica TRE DI TRE frutto del gemellaggio con Viaggio al Termine della notte, l’argomento di oggi è tre volte in cui ho pensato “non ce la faccio”. Quindi via al lavoro sui ricordi.

1- Il ricordo più fresco relativo al pensiero “non ce la faccio” è veramente recente, stasera praticamente. Ho cambiato posto per correre, andando la sera sono costretto a limitarmi a zone illuminate, direte voi “vacci di giorno” e c’avete pure ragione ma ormai ho preso l’abitudine ad andare la sera, va bè, insomma, stavo correndo e ad un tratto crampi al polpaccio destro, mi mancavano solo cinquecento metri alla fine e non volevo mollare, ma al terzo crampo ho davvero pensato “non ce la faccio”.

2- Un’altra volta che ho pensato non ce la faccio è stata alle superiori, professoressa fossile, completamente rincoglionita che non mi accettava la giustificazione per un assenza firmata da me, avevo già compiuto diciotto anni, dopo vari tentativi di farla ragionare penso “non ce la faccio” ho bisogno d’aiuto, opto per uscire dall’aula e andare dal Preside con lei dietro che mi ingiuriava, io tranquillo e pacato procedo per la mia strada. Gli spiego la situazione, ovviamente capisce al volo e rispiega da capo tutto alla Prof. che mi guarda con odio e mi dice che va bene. Tranquilli non ho vinto, ho avuto l’insufficienza tutto l’anno…

3- Altro giro altra corsa ma è una cazzata quindi se volete roba seria smettete di leggere, è stato prima di scrivere questo post, stavo guardando i nuovi sci Nordica Dobermann e mentre sbavavo ho pensato “non ce la faccio” a comprarmeli 

Avevo in mente di scrivere anche di una volta in cui guardando una ragazza negli occhi ho pensato “non ce la faccio”, o l’ammazzo di botte o me ne vado, ho optato per la seconda altrimenti probabilmente sarei in gatta buia adesso. Ma è roba vecchia e a me invece piace la roba antica, che abbia un valore.

Così gratis come la tristezza

E’ solo che ho un po di malinconia. E non saprei neanche dire perché. Credo che non si possa pretendere di essere sempre di buon umore, non saremmo esseri umani, ogni tanto devono esserci anche questi momenti, altrimenti non potremmo godere a pieno dei momenti felici. Logicamente non fa una piega, anche se qualcuno potrebbe chiedersi “ma com’è che i momenti negativi sono tanti di più dei positivi?” e a questo non so rispondere, forse perché più sono i negativi, più belli saranno i positivi… mmm… se qualcuno sente l’irrefrenabile pulsione di mandarmi affanculo faccia pure, tra l’altro l’ho già fatto da solo. Non so se esista davvero una sorta di legge del contrappasso, se esista una specie di destino o fato che in qualche modo indirizza le persone verso la propria via e allo stesso tempo operi sulla tristezza e sulla felicità, so solo che quando ci pensavo da pischello non mi tornava ma ci credevo, ora continua a non tornarmi e non ci scommetterei un centesimo. Sono sempre stato poco fatalista, non credo che le cose succedano per caso, per tutto c’è una causa e un effetto, però stasera, a meno che non sia l’eccezione che conferma la regola, davvero non c’è causa o almeno io non riesco a vederla. Lo diceva anche Faber in una canzone “così preziosa come il vino, così gratis come la tristezza…”. E’ curioso come in queste sere riesca a non ridere anche della barzelletta più esilarante, metto un video comico su youtube e la mia faccia non cambia espressione per tutta la durata del video. Mi sento come in uno sketch dei Cavalli Marci, ve lo ricordate? “Pessimismo e fastidio…”. Ho deciso che stasera faccio scopa! No porcellini e porcelline, fatevi passare subito le fantasie erotiche, non nel senso sessuale del termine, nel senso del gioco di carte, faccio scopa nel senso che metto tristezza su tristezza. Come? Semplice, con una musica adatta al momento. Anche perché sarebbe impensabile in un momento di tristezza mettere che so “la canzone del capitano” di Dj Francesco, oh perché m’è venuto in mente lui? Bho… Serata strana stasera…