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Ciao Nonno…

Ciao Nonno.

Per prima cosa devo confessarti che da anni non seguo più il calcio quindi non ti aspettare di sapere com’è messa la Fiorentina in campionato, perchè non ne ho la più pallida idea, non conosco più neanche i nomi dei giocatori, il mio interesse per lo sport più famoso del mondo si è fermato poco dopo i mondiali duemilasei…

I nipoti stanno tutti bene, pensa che la grande tra poco andrà all’università, è davvero brava e anche troppo seria, io le dico di fare qualche cazzata ogni tanto ma niente, non ne vuole sapere, è che se poi le cazzate le fai dopo è un casino…

Il mondo è cambiato Nonno, e come ben sai ogni volta che cambia non è mai in meglio, quindi inutile dirti che per aspettarsi qualcosa di buono negli anni futuri bisogna essere mooolto ottimisti e con una puntina di meningite…

La moto l’ho venduta Nonno, si lo so che mi piaceva un sacco ma come sai a me è sempre piaciuta la velocità e giocare troppo con il fato, a conti fatti, non è troppo conveniente. Si la motogp la seguo ancora, a volte ci sono dei risvolti che mi fanno venire il voltastomaco ma mi piace troppo, per adesso la seguo volentieri…

Te lo dico senza mezzi termini Nonno, tua moglie è messa male, ormai è allettata e ha bisogno di assistenza h24, a volte è lucida, altre volte no, so che non è bello augurare la morte ma spesso credo che vivere in quelle condizioni sia peggio di morire.

Te come stai Nonno? Come te la passi nel cerchio della vita? Cosa sei adesso? Sei vento? Terra? Mare? Un po’ e un po’?

Io non lo so cosa sei adesso, ma so cosa sei per me. Una volta il tuo ricordo mi provocava un po’ di dolore ma è passato, ora mi fa sorridere, ti rivedo in un sacco di cose, in quelle che mi hai insegnato e nei tuoi modi di dire che riuso frequentemente.

Ah Nonno, dimenticavo, la radiolina e l’orologio ce li ho io, non li uso mai ma gli cambio le pile ogni volta che si scaricano…

Patriarcato… maschilismo… insomma quella roba lì…

Non sono molto d’accordo con la narrazione attuale sul tema del “patriarcato”, che poi patriarcato non è, casomai maschilismo, comunque credo che sia in atto una generalizzazione che non porta a niente di buono, che non invita alla riflessione, che spesso serve solo a puntare il dito verso qualcuno per trasformarlo nel capro espiatorio di turno. Ultimamente è l’uomo sotto attacco, cioè gli uomini tutti, va bè… meglio se bianchi e occidentali… ma questo è un altro discorso… Comunque categoria di cui anch’io faccio parte, accusati di essere violenti, maleducati, e da condannare senza appello. Giustamente si fa presente che nella nostra cultura svariate sono le disuguaglianze a livello lavorativo, ma anche nella vita di tutti i giorni, si pensi solo al fatto che il sesso femminile viene da sempre chiamato “sesso debole”, e fondamentalmente sono d’accordo con alcune di queste affermazioni, ma è sempre realmente così? Veramente la donna è sempre considerata meno dell’uomo? Voglio fare qualche esempio, mettiamo che una coppia con figli che vive sotto lo stesso tetto si separa, si ritrovano davanti al giudice, a chi rimarrà la casa? Chi verserà l’assegno di mantenimento? Non c’è bisogno di dire che nel novanta per cento dei casi l’uomo dovrà fare la valigia, trovarsi un’altra sistemazione e prepararsi a sborsare un tot al mese per gli alimenti… Spesso si sente parlare di associazioni che aiutano le donne vittime di maltrattamenti ma vi garantisco che esistono anche associazioni che aiutano i mariti che col divorzio hanno perso tutto e non hanno più neanche i soldi per mangiare. Poi, voglio fare un altro esempio, la scena è questa: siamo all’uscita di una scuola elementare, tra la folla di genitori che aspettano i bambini c’è una mamma con un vestitino semitrasparente sotto il quale si vede chiaramente un tanga, che succederà? Bhè, qualche papà sbaverà, altri commenteranno sotto i baffi, tra le mamme si sentirà “quant’è ridicola quella” ma insomma le reazioni saranno queste o poco più. Mettiamo che il protagonista della stessa scena questa volta sia invece un nonno, sui settantacinque, bello robusto e peloso, vestito esattamente come la suddetta mammina, quindi stesso vestitino trasparente e mutanda frangichiappe che a stento riesce a contenere due ammennicoli ormai inservibili, che succederà? Ve lo dico io, che dopo dieci secondi qualcuno chiama i Carabinieri… Quindi dov’è l’uguaglianza? E i pari diritti? Come si può evincere dagli esempi appena menzionati non è bene generalizzare, ogni valutazione va fatta dando uno sguardo attento al contesto in cui siamo, bisogna sviscerare il problema e soprattutto capirne le origini. Da dove viene il maschilismo? Dal patriarcato che da secoli organizza (o meglio organizzava) le nostre società? A ben vedere no, le origini sono ben più antiche, e se tralasciamo le abitudini degli uomini dell’età della pietra in cui le società erano tutto tranne che civili, scopriamo che l’origine sta nelle religioni, per quanto riguarda noi occidentali quella cristiana. Dalla Genesi Dio disse alla donna: “Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà.” Cioè, non c’è scritto “ti darà un consiglio e poi te farai come ti pare”, no no, c’è scritto “ti dominerà”. Quindi se davvero volete cambiare le cose invece di protestare per le piazze, e dare la colpa ai maschi tutti, che invece per la maggior parte gravi cose non ne fanno, forse sarebbe il caso di aprire Google Maps, scrivere Vaticano, e Bon Voyage!

Bha… che vuoi che ti dica…

Blowin’ in the wind

How many roads must a man walk down
Before you call him a man?
Yes, ‘n’ how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, ‘n’ how many times must the cannon balls fly
Before they’re forever banned?
The answer, my friend, is blowin’ in the wind,
The answer is blowin’ in the wind.

How many years can a mountain exist
Before it’s washed to the sea?
Yes, ‘n’ how many years can some people exist
Before they’re allowed to be free?
Yes, ‘n’ how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesn’t see?
The answer, my friend, is blowin’ in the wind,
The answer is blowin’ in the wind.

How many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, ‘n’ how many ears must one man have
Before he can hear people cry?
Yes, ‘n’ how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin’ in the wind,
The answer is blowin’ in the wind.

Se ne va nel vento

Quante strade deve percorrere un uomo
prima di essere chiamato uomo?
E quanti mari deve superare una colomba bianca
prima che si addormenti sulla spiaggia?
E per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone
prima che vengano bandite per sempre?
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento

Per quanti anni una montagna può esistere
prima che venga spazzata via dal mare?
E per quanti anni alcuni possono vivere
prima che sia concesso loro di essere liberi
E per quanto tempo può un uomo girare la sua testa
fingendo di non vedere
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento

Per quanto tempo un uomo deve guardare in alto
prima che riesca a vedere il cielo?
E quanti orecchie deve avere un uomo
prima che ascolti la gente piangere?
E quanti morti ci dovranno essere affinché lui sappia
che troppa gente è morta?
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento.

Luigi che vive su un’altalena

Luigi l’ho conosciuto che avevamo poco più di dieci anni, non siamo stati mai particolarmente legati ma facevamo parte dello stesso gruppo di amici e per forza di cose ci siamo ritrovati a conoscerci meglio, a fare le prime esperienze di vita negli stessi periodi, una volta addirittura ci siamo invaghiti della stessa ragazzina. Poi nel corso degli anni ci siamo allontanati, non per nostra volontà, semplicemente la vita ci ha portati in luoghi diversi, per gli studi, per le passioni, ma alla fine, quando capitava di ritrovarsi era come se non fosse passato il tempo, le solite cazzate, le prese in giro, la voglia di non prendersi mai sul serio. Nel corso degli anni ho sempre notato che Luigi era come se vivesse su un’altalena, c’era il periodo in cui studiava, faceva sport, e tutto sommato conduceva una vita serena, altri invece in cui spariva letteralmente, ci arrivavano notizie di frequentazioni poco sane, alcune volte siamo dovuti andare a prenderlo al pronto soccorso perchè beveva fino a perdere i sensi. Al tempo davamo la colpa alla giovane età, al carattere sconsiderato e a un altro fatto che difficilmente si può trascurare, il fatto che è stato adottato, e non in giovanissima età. Luigi prima di stare con i suoi attuali genitori abitava in uno dei paesi più poveri del mondo, in condizioni disumane. A testimoniare che quello che ha passato non è stato uno scherzo e che sicuramente è ancora ben impresso nella sua mente è il fatto che Luigi non ha mai parlato con nessuno della sua vita precedente all’Italia, mai una parola, un accenno, niente, nada, nulla. Qualche anno fa, parlando con un amico seppi che finalmente aveva messo la testa a posto, aveva trovato un lavoro, aveva trovato una ragazza e che probabilmente sarebbero andati a convivere molto presto. Ho vissuto gli ultimi anni con in mente l’immagine di Luigi sorridente, realizzato, e magari con una famiglia, del resto le informazioni che avevo facevano pensare a questo. E invece pochi giorni fa la notizia, Luigi si è lasciato con la ragazza e ha ripreso la vita da imbecille a cui ci aveva abituati gli ultimi anni in cui ci frequentavamo. Addirittura qualche tempo fa i genitori avevano messo un articolo sul giornale perchè non riuscivano più a trovarlo. Sparito, come ai vecchi tempi, è stato ritrovato alla stazione di una cittadina a una cinquantina di chilometri completamente ubriaco, sporco e senza un soldo. Il destino ha voluto anche che a ritrovarlo fosse un altro componente della nostra vecchia comitiva. E Luigi per la prima volta nella sua vita ha voluto fare un accenno alla sua vita prima dell’adozione, ha detto “volevo riprovare come ci si sente a non avere niente”. Forse era solo un autogiustificazione, forse no, spero solo che sia il primo passo per lasciare andare un passato che, per fortuna, non gli appartiene più.

La megera ficcanaso

Esperienza allucinante con una persona che avrei preferito non incontrare mai. Come definirla se non una enorme, incommensurabile, mastodontica rompi coglioni. Una di quelle persone che non si limitano a romperteli no, si mettono li con lo schiaccia patate o magari col pestello e ci lavorano accuratamente in modo che le tue gonadi si polverizzino, che scompaiano in un alito di vento. Ma partiamo dall’inizio. Vengo invitato ad una cena (che poi invitato… la roba la devo portare e cucinare io quindi… ma questa è un altra storia…), sono tutti parenti, acquisiti e non, in più c’è una signora con suo marito che non ho mai visto. Quindi al suo ingresso (che a me m’hanno educato bene… forse…) mi avvicino e porgo la mano per le presentazioni di rito, lei me l’afferra e non me la molla anzi mi si avvicina e tutta sorridente mi fa “CB213 ma quanto tempo, come sei cresciuto”, questo mi fa capire che la megera mi conosce, anche se io continuo a ignorare chi sia e fingo di essere felice dell’approccio quasi fisico. Da lì inizia a inanellare una sequela di domande, alcune anche molto personali alle quali diplomaticamente rispondo con frasi fatte e formule vaghe tipo “eh già” oppure “d’altronde”, insomma qualsiasi cosa che aumentasse le chance di staccarmela di dosso al più presto. Ma non si limita a domandare no, va nello specifico con quesiti sempre più precisi e pretende risposte sempre più dettagliate, sembra un PM che torchia l’imputato, sembra essere lì per giudicare ogni aspetto della tua vita. Durante la serata non ci ha mollato un attimo, intendo a me e mia nipote, che non so per quale motivo aveva scelto come ulteriore vittima per il terzo grado, ci ha fatto domande sulle relazioni sentimentali, sul lavoro, sulle amicizie, su tutto! Un interrogatorio tipo Gestapo durato una serata intera. Mia nipote, seduta accanto a me, nei brevissimi momenti in cui ci mollava un attimo mi sgomitava e mi sussurrava “io questa l’ammazzo” oppure “mettigli il veleno dei topi nel bicchiere”. Cosa spinga certe persone a comportarsi così lo ignoro totalmente, non può essere soltanto semplice curiosità, è qualcosa di morboso che chissà quale trascorso di vita ha fatto venire fuori. Che poi passi pure il terzo grado su di me, sono adulto, ti rispondo a frasi fatte e una volta capito il caso patologico ti do l’importanza che meriti cioè nulla, ma mia nipote, in piena adolescenza galoppante, quel periodo in cui una qualsiasi frase di troppo ti provoca i peggio sensi di colpa, in cui i primi amori non vorresti confessarli neanche alla tua migliore amica, costretta a sorbirsi un interrogatorio davanti a una tavolata di più di dieci persone con domande sempre più ficcanti. Insomma non si fa, non sta bene. Ovviamente dopo che se n’è andata ho neanche troppo velatamente fatto presente che non avrei mai più presenziato a qualsiasi evento se ci fosse stata la megera di cui sopra e ovviamente mia nipote, alla fine del mio annuncio, mi ha pure fatto l’applauso. Certa gente no, non la reggo proprio.

PS: Ti accorgi di essere invecchiato quando un tuo eroe mostra i segni dell’invecchiamento… Ma Sarcevic quanto è invecciato??? OOOoohhhh!!!

Lacrime di coccodrillo

Non sono molto ispirato negli ultimi tempi quindi tendo a scrivere molto meno anche qui, però dopo quello che è successo al Giffoni Film Festival, essendo un argomento che mi sta particolarmente a cuore e del quale ho scritto varie volte anche qui sul blog, non posso esimermi dal dire la mia. Non sapete di cosa sto parlando? Ma si dai, dell’Ecoansia! Ma ci tengo a precisare che io non ce l’ho con la Signorina che piangeva, ci sta che qualcuno senta una sorta d’angoscia per il cambiamento climatico, anzi lo trovo anche abbastanza giusto, o almeno capibile, quello che mi suscita una bella incazzatura è la reazione del Ministro, lui sa, lui conosce la situazione inquinamento in Italia, conosce le carte che gli passano sotto al naso, e non può commuoversi, no, non lo accetto. Più precisamente sto parlando dell’AIA, che non è quella dove ci stanno le galline, e nemmeno quella in Olanda, ma è l’Autorizzazione Integrata Ambientale, che in breve è un documento che regola quanto, come, e dove una certa Industria può inquinare. Tralasciando il fatto che le norme a cui fa riferimento tale documento sono abbastanza datate, e quindi sarebbe d’uopo (si l’ho scritto davvero… dai ci stava bene… non rompere…) rivederle, il problema è che se tale documento viene rinnovato, in pratica puoi continuare a inquinare per altri dieci, dodici, o sedici anni, a seconda dei casi. Ora, sapendo che l’anno scorso molte industrie hanno rinnovato tale documentazione è facile capire che almeno per i prossimi dieci anni potranno continuare tranquillamente a inquinare come fino ad ora fatto. Quindi cosa cazzo ti commuovi? Il bello è che ci bombardano di fare la svolta Green, comprare auto elettriche che costano un boato, dobbiamo ristrutturare case che altrimenti non potremo più vendere ne affittare, installare pannelli fotovoltaici, pompe di calore e chi più ne ha più ne metta, ovviamente tutto a carico nostro, chi potrà permetterselo? Ma le industrie no… quelle non si toccano, che facciano i loro comodi per altri dieci anni poi si vedrà… forse… mi ricorda tanto una scena di un film di Antonio Albanese in cui impersona tale Rodolfo Favaretto che illustra il progetto di una autostrada assurda e fa “si tratta solo di spostare e tagliare un bosco, asfaltare dei campi coltivati, di abbattere qualche villa, prosciugare un paio di canali, sventrare due o tre montagne, spostare un ospedale e niente più, ma non toccheremo nemmeno un capannone, è progresso e non si può fermare…”. Scena assurda e divertente, ma quello che viviamo non è un film, succede davvero.

La Rubrica Granguignolesca #3

Oggi è il momento del terzo appuntamento della rubrica Granguignolesca, e gente… ma quante notizie raccapriccianti ci sono state negli ultimi tempi? Una miriade! C’è l’imbarazzo della scelta. Speriamo di avere il dono della sintesi particolarmente spiccato altrimenti rischio di scrivere un poema… Direi di partire con la dipartita dello zio Silvio. Ma c’era bisogno di fargli i funerali di Stato? A uno che ha avuto rapporti con la Mafia, a uno che ha tenuto in casa Mangano per anni, un Boss mafioso, e badate bene non presunto no no, un pluriomicida assodato. Direi che come inizio può andare… Passiamo ora a un’altra orripilante notizia, e cioè al fatto che i vertici di Atlantia sapevano perfettamente che il ponte Morandi era a rischio crollo, Gianni Mion, AD di Edizione che controlla Atlantia sostiene (e lo sappiamo grazie a un intercettazione) che aveva un problema di progettazione di cui tutti sapevano, e ciò è stato ampiamente discusso e presentato in molte occasioni, dice inoltre che i problemi si estendono a tutta la rete autostradale, e chiude con “è tutto a rischio, e può succedere di tutto”. Direi che è anche inutile commentare, conviene entrare in autostrada con un blindato per ridurre i rischi, ma non so se basterebbe… Adesso passiamo al linciaggio nella pubblica piazza dei The Borderline (gruppo di Youtubers) che pare, e sottolineo, PARE, abbiano causato un incidente in cui un bambino purtroppo ha perso la vita. La gente si è subito scagliata contro i ragazzi perchè erano a bordo di una Lamborghini, e perchè uno di loro è stato trovato positivo ai cannabinoidi. Ora, la gente lo sa che la Lamborghini potevano tranquillamente noleggiarla? Il Presidente di Aniasa (Associazione Nazionale Industria di Autonoleggio) sostiene che non possano, ma se uno fa un controllino alla legge, e il fatto che lui non conosca la legge che regola le materie per le quali la sua associazione esiste è gravissimo, scopre che potevano tranquillamente. Poi la gente sa che alcune sostanze rimangono nell’organismo per settimane? Non è assolutamente detto che lui abbia assunto droghe prima di salire in macchina, potrebbe aver consumato addirittura settimane prima. E poi la cosa più importante, ma se la dinamica dell’incidente non è stata divulgata mi spiegate su quali cazzo di basi fate questo linciaggio? Ho letto di gente che diceva che andavano a 100, altri a 150, ieri uno ha detto a 250… Vi garantisco che se centri un qualcosa a 250 si sfarinano entrambi i veicoli, non c’è mezzo che regga un urto del genere. Ma io non lo so… ma datevi una calmata! Se la dinamica e gli accertamenti diranno che sono colpevoli, pagheranno, punto. Tra l’altro è successo un incidente simile a Torino il giorno dopo e non se l’è cagato nessuno… bha… Potrei tranquillamente chiudere qui, ma c’è un altra notiziuola che non posso tralasciare, quella della “chat degli 80” dell’agenzia We Are Social per cui è nato un vespaio. A detta di alcune ex dipendenti esisteva questa chat in cui alti dirigenti dell’azienda mettevano a confronto le dipendenti dalla più scopabile alla meno, con tanto di votazioni e commenti che non sto a riscrivere perchè sinceramente hanno dell’oltraggioso. Ora, se fosse vero, e probabilmente lo è perchè ci sono svariate testimonianze, mi chiedo, ma che problemi hanno questi personaggi? E poi tra l’altro doveste essere dei professionisti della comunicazione e del marketing, a nessuno è venuto in mente che una chat del genere potesse essere rischiosa? Ma dove avete studiato? Al Mappet Show??? Raccapriccio… Ci sarebbero altre notizie tipo quei quattro deficienti che sono andati a dare uno sguardo al Titanic in un catorcio e sono implosi, oppure del fatto che il Governo inglese ha desecretato dei documenti sulla Gladio e l’implicazione di Usa e UK sul caso Moro e in Italia tutti fanno finta di niente… insomma di materiale ce ne sarebbe… ma ho pietà di voi e mi fermo qui…

L’Immenso

Perchè l’Immenso era l’Immenso? E’ difficile spiegarlo. A me risulta impossibile. Non ce la faccio. Non ne ho le capacità, ci sarebbe troppo da scrivere, migliaia di riflessioni da fare. Forse possiamo cominciare da qui. Un’intervista… a seguire una canzone… e se non cogliete il genio e l’umanità forse è anche inutile continuare…

Per non dimenticare…

Io sono etero. Si. Ma non dimentico ciò che è stato fatto in questi anni per i miei concittadini, e non intendo quelli della mia città, intendo tutti, quelli del mondo intero. E’ l’anniversario di questa canzone. E voglio gioire insieme a tutti quanti, perchè oggi, come diceva l’immenso “si può essere semplicemente se stessi senza più bisogno di vergognarsene”.

La Rubrica Granguignolesca #2

Ed eccoci al secondo appuntamento della rubrica Granguignolesca, che si occupa di avvenimenti che hanno appunto del granguignolesco e cioè del macabro, del raccapricciante. Partiamo con la prima notizia che poi sono due ma ho deciso di fonderle insieme perchè trattano della stessa materia e cioè le percosse. Una è la notizia dell’uomo che nella mia amatissima Livorno è stato arrestato per aver spaccato i denti alla moglie con una bottigliata (doveva amarla tantissimo…), nel video dell’arresto si vede l’uomo bloccato a terra da un agente, e a un tratto sopraggiunge un altro agente che gli sferra un calcio in faccia. Ora la mia prima reazione è stata “se l’è proprio meritato”, poi però se pensiamo che l’uomo a vederlo pesava forse settanta chili bagnato, che era già a terra con un agente corpulento che lo bloccava, che motivo c’è di dargli un calcio in faccia? Nessuno… è abbastanza da imbecilli secondo me… La seconda invece è successa in quel di Milano in cui una donna pare che abbia deciso di mostrare a donne e bambini le sue parti intime, all’arrivo degli agenti è stata arrestata, e poi mentre la conducevano in caserma pare abbia accusato un malore, così gli agenti hanno fermato il veicolo e lei se l’è svignata. Una volta raggiunta per la seconda volta dagli agenti è stata riarrestata ma un agente mentre la Sig.ra era seduta a terra con un altro agente che tentava di ammanettarla si è vista recapitare una sonora manganellata sulla testa. Ora, per prima cosa mi chiedo, ma quando trasportano le persone arrestate, non le chiudono a chiave le portiere? Come cazzo ha fatto questa a scappare? Mi verrebbe quasi da citare un noto film “ma chi t’ha addestrato a te, Topo Gigio?”. Comunque anche in questo caso c’era bisogno di una manganellata in testa? Bha… Passiamo adesso alla notizia che sarebbe necessaria una vaccinazione antitetanica a tappeto nelle zone dell’alluvione dell’Emilia-Romagna. Spiegano che il problema è l’acqua stagnante, nella quale proliferano i batteri. Ora scusate se mi permetto, non sono un medico, ma in Italia non siamo proprio digiuni sull’argomento, dagli anni cinquanta ad oggi di alluvioni serie ne abbiamo avute quasi un ottantina, probabilmente più di una all’anno, e il tetano, scusatemi tanto, non l’ho mai sentito nominare, credo che in Emilia al momento siano altri i problemi su cui indirizzare la nostra attenzione. Concludiamo la rubrica con una notizia che proviene ancora dalle zone alluvionate e cioè quella dell’anziano che purtroppo è rimasto ucciso all’interno della sua abitazione green e ipertecnologica. L’uomo viveva in questa villetta in cui tutto funzionava grazie alla tecnologia, quindi porte, finestre, cancello d’accesso ecc… L’alluvione si sa, ha un effetto collaterale, quello della mancanza di energia elettrica, l’acqua non va molto d’accordo con gli aggeggi tecnologici, e quindi l’uomo si è ritrovato letteralmente bloccato all’interno dell’abitazione. Per di più aveva le sbarre alle finestre, che i vicini hanno tentato di forzare senza riuscirci. Alla fine non c’è stato niente da fare, l’acqua lo ha sommerso annegandolo. Cosa possiamo imparare da tutto ciò? Che super tecnologico o super green non è sinonimo di sicuro. Riflettere…