Mese: luglio 2022

Pavone volante… e cadente…

Dev’essere il periodo degli incidenti questo… (toccata alle parti basse istantanea…) E’ solo che anche stamattina ho dovuto assistere a una discretissima musata sull’asfalto, questa volta però lo ammetto, dal ridere non ho potuto neanche offrire soccorso al malcapitato. Me ne andavo tranquillo e beato con la mia auto per fare delle commissioni quando fermo a uno stop in attesa di ripartire ho assistito alla seguente scena: ragazzo sulla trentina in bicicletta, che per comodità chiameremo “Issimo”, del resto era issimo in tutti i sensi, bellissimo, convintissimo, agilissimo ecc… Se ne andava spavaldissimo (ovviamente…) sulla sua bicissima (anche lei…) senza mani, con pedalata sciolta, camicia semi aperta, e occhiale a goccia nero, finchè il destino infingardo ha voluto che la ruota anteriore sobbalzasse su un tombino non a livello… Inutile dire che la ruota ha avuto un movimento repentino in direzione perpendicolare al senso di marcia e ciò ha fatto si che lui venisse letteralmente catapultato in avanti. La manovra è stata così veloce che a fatica è riuscito a mettere le mani a protezione del viso, quindi ha assorbito l’urto con parte del braccio e con la faccia. Nel mio abitacolo ha prevalso la commozione… Lui comunque in un microsecondo si è rialzato e ha cercato di ricomporsi anche se aveva gli occhiali piegati e la faccia sanguinante. So benissimo che non è bello ridere delle disgrazie altrui, ma la dinamica e soprattutto il fatto che si trattasse di un pavone in piena scena madre ha suscitato in me un irrefrenabile ilarità con tanto di lacrime agli occhi… Che ce voi fà…

Una ragazzina di vent’anni

Sto guidando. Vedo in lontananza una figura scura in mezzo alla strada e penso “ma tu guarda dove la gente lascia i sacchi neri dell’immondizia… che inciviltà…”. Mi avvicino e mi accorgo che quella figura scura non è un sacco nero dell’immondizia ma uno scooter caduto e un metro più avanti c’è il corpo riverso a terra di una persona. Parcheggio velocemente, esco dall’auto e mi dirigo verso il corpo, è una ragazzina, avrà si e no vent’anni, ma probabilmente meno, è in posizione fetale con metà della faccia a bagno in una pozza di sangue, ancora una volta quei caschetti senza mentoniera hanno provato la loro palese inutilità. Prendo lo smartphone e chiamo subito i soccorsi, poi mi chino su di lei e con attenzione mi sincero che stia respirando. Alzo lo sguardo e cerco intorno a me, nessuno, una signora che stava curiosando appena si rende conto che anch’io la sto guardando gira l’angolo a passo svelto, un commerciante sulla soglia del negozio fa un passo indietro e chiude la porta a chiave, un auto che stava sopraggiungendo inchioda fa retromarcia e svicola in una viuzza… Dopo poco sento un lamento, la ragazzina ha ripreso conoscenza, così mi chino su di lei le afferro la mano, le spiego che ha avuto un incidente, gli dico di non muoversi e che i soccorsi arriveranno presto, lei piange, è in evidente stato di shock. Le parlo con calma, le dico di stare tranquilla e che per nessun motivo la lascerò lì da sola, lei si calma, e dopo avermi stretto la mano con forza fa un sospiro come di accettazione. In quel momento credo che il mio cuore abbia saltato un battito. Siamo lì, sull’asfalto rovente, in centro città, una ragazzina ferita e traumatizzata e io, un tizio qualunque che non sa che cosa fare se non tenerle la mano. Il mondo intorno è scappato, siamo in centro e non c’è un cazzo di nessuno, com’è possibile? E’ possibile solo se le persone hanno perso un po’ della loro umanità. Continuiamo a pensare solo al nostro orticello, condito di tutte le nostre misere gioie e delle nostre inutili cose, e chi se ne frega del prossimo, che crepi pure là, in centro città, in mezzo alla strada, in una pozza di sangue, anche se quel prossimo è solo una ragazzina di vent’anni…