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Tasse coniugate al condizionale

Oggi parliamo di tasse signori, si, questi fantastici oboli che lo Stato ci richiede assiduamente con il solo scopo di derubarci finanziarsi per poi offrirci servizi a dir poco scadenti degni di un paese civile. Nello specifico parleremo di un paio di esse che hanno a che fare col modo (o tempo? Bha…) verbale condizionale. Una di queste è la tassa sulle memorie digitali, per capire bene di cosa si tratta andiamo a dare un occhiatina al sito della SIAE dove tale tassa viene chiamata “Copia Privata”:

“La Copia Privata è il compenso che si applica sui supporti vergini, apparecchi di registrazione e memorie in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore. In questo modo ognuno può effettuare una copia con grande risparmio rispetto all’acquisto di un altro originale oltre a quello di cui si è già in possesso. Prima dell’introduzione della copia privata, non era possibile registrare copie di opere tutelate. In Italia, come nella maggior parte dell’Unione europea è stata concessa questa possibilità, a fronte di un pagamento forfetario per compensare gli autori e tutta la filiera dell’industria culturale della riduzione dei loro proventi dovuta alle riproduzioni private di opere protette dal diritto d’autore realizzate con idonei dispositivi o apparecchi. L’entità del compenso tiene conto del fatto che sui supporti si possa registrare anche materiale non protetto dal diritto d’autore.”

Capito? Loro tassano la memoria che “potresti”, e da qui il condizionale, usare per fare una copia di un opera protetta dal diritto d’autore o non. Poi te magari nel tuo cd o chiavetta usb o hardisc ci metti le foto del cane ma a loro che glie ne fotte? E’ una tassa non su ciò che hai fatto, o fai o farai, è una tassa su ciò che “potresti” fare, sull’eventualità! Geniale… E’ un po’ come dire, ti metto una tassa sui coltelli perchè ci potresti ammazzare qualcuno, si lo so che te ci sbucci le mele, ci sfiletti le orate e saltuariamente ci intimidisci la tua compagna (loro sono dotate di ciabatte, arma assai più pericolosa… lo sanno tutti), ma potresti! Altro esempio di tassa coniugata al condizionale è il nostro amatissimo Canone Rai, che goduria… Nel Regio Decreto Legge del 21 febbraio del 1938 n.246 art.1 si legge:

“Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto.”

In seguito si è fatto un gran parlare se sia giusto o no pagare comunque il Canone anche se non si usufruisca del servizio, faccio un esempio: se io ho uno schermo per il pc ma non lo uso per guardare la TV e quindi ricevere il segnale è giusto o no che venga esentato dal pagare il Canone? Logicamente la risposta sarebbe si, tu non ricevi il segnale e quindi non paghi. E invece no Signori, leggete bene la simpaticissima sentenza della Corte di Cassazione del 20 novembre 2007 n. 24010:

“Non trova la sua ragione nell’esistenza di uno specifico rapporto contrattuale che leghi il contribuente, da un lato, e l’Ente Rai, che gestisce il servizio pubblico radiotelevisivo, dall’altro, ma costituisce una prestazione tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio de quo”

Capito? Chi se ne frega se non lo ricevi il segnale, potresti, quindi vai tassato. Non si ragiona in termini di logica e mi permetto di aggiungere di giustizia, lo dice la legge punto e basta. E per essere più sicuri di incassare, perchè ci sono dei furbetti che non te lo pagano, te lo infilano nella bolletta della luce! E qui chapeau… lode e bacio accademico… Ricordo qualche anno fa quando risiedevo in Gran Bretagna, un giorno sul gruppo whatsapp dei miei coinquilini (eravamo in sei in un grande appartamento) uno di noi scrisse che c’era arrivata una lettera per il pagamento del canone televisivo, chiese se qualcuno usufruiva della TV, sfilza di no e con due click sul sito del governo fummo esentati dal pagamento.

Mi sorge un dubbio, non è che la legge inglese sia un tantino più civile della nostra e meno improntata a fare cassa sempre e comunque?

Riflettere…

PS: che l’avvocatuccio di turno non si azzardi a commentare in giuridichese, perchè qui si parla di logica, si disquisisce sul fatto che determinati discorsi o scritti di qualsiasi natura, stiano in piedi oppure no, e questi non stanno in piedi neanche se li impali.

PS2: Mi associo a Arturo Presotto qua sotto… che fa anche rima…

Quattro chiacchiere col barista e qualche riflessione

Stamattina mi reco al mio solito bar dove uso fare lo spuntino di metà mattinata, un piccolo vizio che mi concedo per staccare temporaneamente dal lavoro e per scambiare quattro chiacchiere col mio barista di fiducia. Mentre parliamo del più e del meno mi racconta che una vecchina del palazzo in cui abita gli ha confessato di aver ricevuto un controllo da parte di Equitalia. In pratica due persone le hanno citofonato presentandosi come impiegati di Equitalia e le hanno detto che si trattava di un controllo a campione, lei li ha gentilmente fatti accomodare e questi hanno iniziato col dirle che erano già stati in banca a controllargli il conto, che avevano già preso informazioni da altre parti, non so probabilmente si riferivano agli enti previdenziali, insomma, se la sono rigirata come un calzino. Ora io mi chiedo, è giusto trattare una persona così? Gli controlli il conto in banca, gli controlli i dati sensibili, gli vai a casa e hai anche la faccia come il c..o di chiedergli se ha altre entrate non dichiarate? A una persona che prende poco più di cinquecento euro mensili e ha più di ottant’anni? Qualcuno crede che con questi controlli cambi qualcosa? Con i controlli a campione? Ma se uno ha evaso il fisco per trent’anni pensi che con un semplice controllino a campione quello si fa beccare? E poi mi sorge spontanea un’altra domandina, ammettiamo che questa Signora abbia delle entrate nascoste, come la vogliamo chiamare? Evasore? A mio avviso sarebbe meglio definirla Arrancatore, si nel senso che arranca per arrivare a fine mese. Poi ho saputo che con la scusa dell’evasione dal primo dell’anno gli affitti non si possono più pagare in contanti, e qui proprio non capisco, ma secondo il genio che ha inventato questa leggina chi pagava in nero l’affitto da domani mette in regola il contratto e te lo paga con l’assegno? Oppure chi pagava in nero continuerà a farlo e hai solo nascosto in una legge anti/evasione l’obbligo di passare per la banca e quindi arricchirla? Sono davvero amareggiato da quello che sta succedendo in questo paese, o forse sarebbe meglio dire in Europa perchè questo andazzo è purtroppo comune a tutti i paesi dell’unione, tanto per gradire ho saputo che in Spagna hanno inasprito le pene per chi manifesta, visto che ai piani alti parlano di spegnere i fuochi populisti mi aspetto che tra poco facciano lo stesso anche qui. Quindi caro lettore il tuo magnifico futuro sarà in uno Stato dove non si può manifestare, dove per dare la mancetta ai tuoi nipoti devi fargli un bonifico, dove ti controlleranno anche il buco del c..o per sapere se hai evaso le tasse quando hai comprato un pezzo di pane… mmm… che bel paese… che culo…

PS: l’ho scritto di botto quindi potrebbero esserci errori di ogni tipo, ma te lettore c’hai un sacchetto di pazienza e mi perdonerai… forse…

 

Tasse, commissioni o come cavolo si chiamano. Incazziamoci

Ci sono cose in questo mondo lavorativo che mi fanno letteralmente imbestialire, non so se siano cose che succedono solo in questa malandata Italia o se, grazie a queste mega cazzate che sono la globalizzazione e i governi bancocentrici, si siano ormai diffuse a macchia d’olio in tutti i paesi. Parlo delle tasse, tassine e tassucce che si trovano nascoste nelle fatture dell’energia, nelle transazioni con le banche, nei pagamenti effettuati in posta ecc.

Ne voglio raccontare uno nello specifico perchè oltre che essere vergognoso per l’importo è ignobile anche dal punto di vista logico.

Oggi ho dovuto pagare un bollettino postale a un noto fornitore di energia elettrica e ho optato, dato che la mia banca mi permette di gestire il mio conto on line, per il pagamento direttamente dal mio conto corrente. Quindi mi metto al computer e in tutta comodità, mia e dei dipendenti di banca e posta che non muovono un dito, riempio tutti gli spazi e click, invio il pagamento. Poi così tanto per essere un po più scrupoloso vado a vedere l’estratto conto per sincerarmi dell’avvenuto pagamento e trovo, con stupore, l’importo di € 0.20 per “tassa di accettazione protempore”, cos’è e perchè esiste lo ignoro completamente, poi l’importo di € 1.00 come “commissione spettante a banco posta” e mi chiedo per quale motivo, poi l’importo di € 0.50 “commissioni su pagamento” presumo della banca perchè non è specificato comunque anche in questo caso mi chiedo per quale motivo. Cioè in poche parole, se faccio risparmiare lavoro alla banca e alla posta pago di più che se andassi direttamente alla posta a pagarlo, difatti il pagamento di un bollettino postale effettuato alla posta, scomodando l’impiegato, costa € 1.10 di commissioni.

Quindi logicamente direi che queste tasse, commissioni o come volete chiamarle non solo sono eccessive, perché sommando € 1.70 per ogni transazione per ogni conto corrente raggiungiamo cifre astronomiche, ma assolutamente non hanno motivo di esistere perché in effetti, facendo io la transazione al posto degl’impiegati di banca e posta, faccio risparmiare lavoro a questi strozzini (non gl’impiegati eh, la banca e la posta).

E la domanda che mi balza in mente subito dopo tutto ciò è, quanto ancora riusciremo a sopportare questi abusi? Mi si dirà che questo è l’ultimo dei problemi ma è vero anche che a forza di ultimi problemi sta andando tutto a put…. Forse è meglio se iniziamo a incazzarci sul serio.