Tag: fancazzismo

Fischiettando

Oggi, mentre venivo a lavoro mi sono reso conto di star allegramente fischiettando un motivetto che ormai mi rimbomba nella testa da stamattina. Allora mi sono soffermato a riflettere sui molteplici usi che possiamo fare del fischio. C’è quello da stadio per esempio, usato generalmente per rimarcare il cattivo operato di un arbitro oppure la giocata scorretta di un giocatore, di solito si ottiene infilandosi in maniera consona 1/2/3 dita in bocca (non chiedetemi come si fa perchè se solo ci provo e voi siete girati verso di me, vi conviene aprire gli ombrellini, ondate di sputi) e da questo dovrebbe uscirne un fischio potente, in grado di essere udito anche a grandi distanze. Poi c’è il fischio ammonitorio… mmm… ammonente… mmm… ammo va bè dai quello che si usa per attirare l’attenzione di qualcuno che dobbiamo ammonire, smarriti? Esempio: il Corvo è dentro la sua auto fermo in un parcheggio, un pedone con bici alla mano urta la carrozzeria della macchina del Corvo che fischia e poi dice: “Hai visto cos’hai fatto?”. Poi c’è la fischiettata con sguardo in alto tipica di chi fa finta di niente, di chi non vuole essere scoperto o magari di chi vuole fare il furbo dopo aver fatto uno scherzo. C’è chi il fischio lo usa per richiamare gli animali quando va a caccia, ma dovete essere bravi davvero altrimenti farete dei tentativi davanti ai vostri amici com’è successo a un mio conoscente e verrete presi in giro tra le risate generali. Insomma il fischio nella natura umana c’è da sempre e io lo uso di solito quando devo percorrere lunghi tratti a piedi, mi piace, mi rilassa, in un certo senso penso che mi aiuti a rendere la giornata più leggera, concilia il fancazzismo momentaneo. E poi c’è chi col fischio ci fa quel che gli pare, come Tommaso Novi, e voi direte chi? E io vi risponderò quello dei Gatti Mezzi e voi direte chi? E io vi risponderò che sono un gruppo pisano che cantano in vernacolo e che mezzi vuol dire fradici e non smezzati buon ascolto e buon fischio!

Ozio filosofico

Giorni di grandi pensieri filosofici questi, m’interrogo su argomenti d’importanza vitale per il futuro della razza umana, dilemmi esistenziali che se non risolti potrebbero seriamente mettere a rischio l’intera esistenza tipo:

ci va l’uvetta nel castagnaccio?

Oppure

Dove avrò messo lo spazzolino nuovo che ho comprato?

In pochi riescono a capire davvero l’importanza di dare una risposta a questi quesiti. In questo primo dì di novembre credo che continuerò nella mia ricerca filosofica sdraiato sul divano sonnecchiando…

Post inutile… pazienza…

Ciao Signora M. alla prossima…

L’ho sistemata in garage, sotto un lenzuolo bianco, ovviamente prima l’ho pulita per bene, lisciata e accarezzata come si fa con una vera Signora di quelle con la esse maiuscola, mi aspetterà fino allo sbocciare della prossima primavera, quando io, gli darò di nuovo voce, quella voce che mi piace tanto, quella voce che in certi momenti non è una voce ma un urlo, un acuto che mi scarica addosso una discreta dose di adrenalina, e lei da buona droga qual è mi presenta il conto in queste fredde sere d’autunno. L’astinenza da piega è una brutta bestia, ogni volta che vedi il Motogp ti sale, ogni volta che vedi un video su Youtube di un qualsiasi mezzo a due ruote ti sale, non se ne esce! Bisogna solo aspettare, questo è il mestiere dell’appassionato. La prima cosa che dovrò fare appena ritornerà la bella stagione sarà cambiargli le gomme, eh si, in tre mesi c’ho fatto quasi seimila chilometri e le gomme sono praticamente finite, me ne sono accorto quindici giorni fa quando a una banalissima e lenta curva a destra mi è partito il posteriore, ovviamente effetto catapulta classico che ha rischiato di sbalzarmi dalla moto, miracolosamente sono rimasto in sella e ho immediatamente capito che qualcosa non andava, le gomme!!! A parte qualche lievissimo inconveniente tipo quest’ultimo devo dire che mi sono tolto davvero una bella soddisfazione, la moto è bella, non c’è niente da fare, ho fatto proprio bene a comprarla. Vero è che potevo scrivere di più su di lei, sui piccoli viaggi che ho fatto insieme a lei, ho visto tanti posti e sono riuscito finalmente a godermi un po di più la mia regione che nell’entroterra offre scorci di rara bellezza. Uno mi è rimasto impresso e lo voglio raccontare, domenica mattina, è caldo ma mi metto comunque la giacca, l’aria in moto si fa sentire e alla lunga fa freddo anche d’estate, zaino con straccio per pulire la visiera del casco, un panino e una bottiglia d’acqua, occhiali da sole e cazzate varie. Parto volutamente da solo con l’idea di vagabondare, senza meta, basta che ci siano le curve. Mentre girovago per la campagna toscana vedo un indicazione per Volterra, ok, decisione fulminea, è un paio d’ore che guido, ho bisogno di rilassarmi un attimo, magari bevendo un buon succo di frutta, lo farò a Volterra. La strada per salire fino alla città è molto bella, perfetta per la moto, curve relativamente veloci intervallate da lenti tornanti, è un piacere guidare, anche se la strada è costellata di tedeschi che vanno a due all’ora impegnati nel ritrovamento di chissà quale punto d’interesse, va bè, non ho la minima intenzione di arrivare su fra due ore, via ai sorpassi, si è pericoloso lo so ma io dietro a un tedesco con la mercedes verde pisello e il coprivolante peloso non ci sto, mi rifiuto. Finiti i tornanti si inizia a salire per ritrovarci poi in una specie di piazza dove inizia la zona pedonale, quindi cavalletto, tolgo il casco e mi cade l’occhio al di là del muretto dove un fiume di persone sono sedute. Rimango di stucco, il panorama da la è da infarto, la giornata è particolarmente limpida e si vede addirittura il mare, neanche una nuvola, le colline toscane che cambiano colore con le tipiche coltivazioni, casolari contornati da alberi da frutto e prati verdi, boschi e fiumi, si vede tutto da qui ho pensato, sono rimasto li a guardare per dieci minuti, bellezza a perdita d’occhio per centottanta gradi buoni, quella vista mi aveva fatto scordare la stanchezza e la sete, e mi aveva tolto anche le parole di bocca.

Modifiche e fancazzismo

Come potete vedere ho modificato alcune parti del blog, che ne dite? Era meglio prima? Va bè tanto ormai è fatto e non ho voglia di mettermi a spippolare per cambiarlo di nuovo, ve lo beccate così! Poche cose da scrivere, le giornate sono beatamente leggere, direi che il fancazzismo che contraddistingue l’uomo in ferie in me è una qualità enormemente amplificata, riesco a non fare talmente un c…o che non vado neanche a procurarmi dei viveri. Il frigo è miseramente vuoto, c’è una pera che mi guarda e mi inquieta un po… Forse è meglio se domattina faccio un saltino a un supermercato, iniziano a mancare i beni di prima necessità. Ho pure sonno adesso, quasi quasi mi faccio una dormita… Musichina e poi a nanna…