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Bha… che vuoi che ti dica…

Blowin’ in the wind

How many roads must a man walk down
Before you call him a man?
Yes, ‘n’ how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, ‘n’ how many times must the cannon balls fly
Before they’re forever banned?
The answer, my friend, is blowin’ in the wind,
The answer is blowin’ in the wind.

How many years can a mountain exist
Before it’s washed to the sea?
Yes, ‘n’ how many years can some people exist
Before they’re allowed to be free?
Yes, ‘n’ how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesn’t see?
The answer, my friend, is blowin’ in the wind,
The answer is blowin’ in the wind.

How many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, ‘n’ how many ears must one man have
Before he can hear people cry?
Yes, ‘n’ how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin’ in the wind,
The answer is blowin’ in the wind.

Se ne va nel vento

Quante strade deve percorrere un uomo
prima di essere chiamato uomo?
E quanti mari deve superare una colomba bianca
prima che si addormenti sulla spiaggia?
E per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone
prima che vengano bandite per sempre?
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento

Per quanti anni una montagna può esistere
prima che venga spazzata via dal mare?
E per quanti anni alcuni possono vivere
prima che sia concesso loro di essere liberi
E per quanto tempo può un uomo girare la sua testa
fingendo di non vedere
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento

Per quanto tempo un uomo deve guardare in alto
prima che riesca a vedere il cielo?
E quanti orecchie deve avere un uomo
prima che ascolti la gente piangere?
E quanti morti ci dovranno essere affinché lui sappia
che troppa gente è morta?
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento.

Non credo più

Non credo più. No, non mi riferisco alla fede religiosa, del resto quella non l’ho mai avuta, non posso credere a un omino sommamente buono che vede tutto, sa tutto, può tutto, ma non fa un cazzo… Sto parlando di quella minuscola briciola di speranza che avevo nel genere umano, pensavo che a forza di cazzate ci saremmo redenti, avremmo capito i nostri errori proprio come fanno i bambini che si bruciano il ditino sulla stufa e la volta dopo ci passano alla larga, e invece niente, nisba, nada, nulla… Non abbiamo imparato niente dal passato, e non solo perseveriamo nell’errore ma sbagliamo ancora di più. E adesso lo scenario che ci si prospetta è a dir poco inquietante. Facciamo un riassuntino? Guerra alle porte, minaccia nucleare, pandemie, crisi climatica, crisi energetica, probabile crisi alimentare, ci manca solo una bella invasione aliena e abbiamo finito l’album. Eh si, caro E.T. facci la grazia, vieni tu a sistemare questa situazione perchè qui c’è gente che sta cagando fuori dal vasino, e purtroppo, proprio lì, accanto al vasino ci siamo noi… Che poi la cosa più assurda, che si ripete ogni stramaledetta volta, è che invece di stringerci e farci forza uno con l’altro preferiamo odiarci. Odio per chi sceglie diversamente da noi, odio per chi proviene da paesi diversi dal nostro, odio per chi la pensa in modo diverso, odio, odio, odio… e le TV e i giornali che potrebbero in qualche modo calmierare no, molto meglio fomentare… che fa più audience… Basta. Non ti credo più caro Homo Sapiens. Le tue ragioni valle a raccontare a chi se le beve, a chi ha bisogno di schierarsi per la semplice necessità di appartenere a qualcosa. Io no, io non voglio appartenere a niente, a nessuno, so perfettamente di essere una forma di vita in bilico come tutte le altre su questo pianeta, e se lo capissi, anche tu probabilmente smetteresti di credere alle tue stupide convinzioni…

A volte il surreale è reale

E niente, io non volevo commentare ma come si può tacere davanti alle assurdità che stanno accadendo in questi giorni, roba che appena letta ti suscita incredulità, poi piano piano senti l’ilarità prendere piede dentro di te e accenni un sorriso, per arrivare alla fine in cui la ragione rimette tutto a posto e spiana la strada alla tristezza più totale. Il nostro Presidentissimo riferisce che Zelensky l’ha cercato, ma non si sa per quale cavolo di motivo lui non si è fatto trovare, che doveva fare per non rispondere a un altro Presidente che al momento è la persona più ricercata del pianeta? Dov’era? Cosa faceva? Sarà mica stato in bagno? Allora ha detto che si sono dati un altro appuntamento telefonico per le nove e mezza ma inspiegabilmente, sta volta, è stato Zelensky a non farsi trovare, chissà perchè? Poi successivamente e giustamente Zelensky gli ha fatto sapere che è un po’ difficile trovare il tempo quando sei braccato da mezzo mondo e contemporaneamente devi gestire una nazione che è stata invasa… Altra notiziuola che ti fa davvero cadere le braccia è quella del filmato che hanno mandato in onda al TG2, in cui si vede una contraerea sparata nella notte che risulta essere una cutscene, che in italiano è diciamo un intermezzo, di un videogioco di guerra e cioè “Warthunder”. In pratica, i nostri “professionisti dell’informazione” per condire i telegiornali e rendere i servizi più appariscenti usano immagini di videogames, e non è la prima volta! In passato ci cascò pure il TG di La7 che durante un servizio sugli scontri al Congresso degli Stati Uniti mandò in onda alcune immagini in cui si vedeva un uomo con un lanciafiamme che inceneriva il circostante, tratte dal film “Project X-Una festa che spacca”… Il problema è che questi non solo si definiscono giornalisti, ma sono anche quelli che ci dicono di stare attenti alle fake news… Loro… Insomma c’è del surreale che purtroppo è reale… Bha non so davvero che dire, cosa pensare… Spero solo che le cose che mi vengono in mente non si avverino altrimenti sarà un bel casino… ma magari ne riparliamo in un altro post…

PS: Nice song qua sotto, c’entra qualcosa con il post? Bha… a voi l’ardua sentenza…

Auguri speciali

Sollecitato da mia nipote a cercare una colonna sonora per il giorno di Natale mi sono messo alla ricerca delle più belle canzoni natalizie. Dopo aver inserito nella compilation le classiche Jingle Bells o Last Christmas mi torna alla mente che anche il mito John Lennon scrisse una canzone sul Natale e infatti, cercando su Youtube la versione a più alta qualità, trovo questo video (avviso che le immagini possono turbare):

E’ curioso l’effetto che può produrre una canzone così bella montata su delle immagini così scioccanti, ti porta a riflettere. E anche il testo della canzone, anche se davvero semplice, ti porta a riflettere e a pensare che forse, c’è poco da festeggiare. Quindi senza sfociare nel prolisso, i miei migliori auguri quest’anno li conservo per i bambini che in un periodo che dovrebbe essere il più spensierato e gioioso dell’anno, sono costretti a vivere sotto le bombe, o negli ospedali di guerra. E anche se non credo nella speranza, faccio un eccezione e mi auguro che la vostra sofferenza possa finire al più presto.

 

Allusione giusta al momento giusto

Oggi ho fatto capire a una persona quanto abbia sbagliato, senza dirglielo direttamente. Che poi l’interessato abbia carpito l’allusione non è certo, però sono stato bravo a non farmi sfuggire l’occasione. Stavamo parlando in tre, discussione sulla seconda guerra mondiale, si parlava delle atrocità della Germania nazista, del fatto che non solo la Germania all’inizio del conflitto commise barbarie sui popoli europei, ma che anche la Russia ci mise del suo ad esempio nell’invasione della Polonia. Eh si perché a un certo punto la Polonia si ritrovò i tedeschi da una parte e i russi di Stalin dall’altra, entrambi conducevano una vera e propria invasione nei territori polacchi, e si guardavano bene dal pestarsi i piedi reciprocamente grazie al patto Molotov-Ribbentrop, diciamo pure che se la sono spartita a tavolino. Per non parlare degli studi sull’eugenetica perpetrati da molti paesi, che sterminarono qualche milionata di vite umane perché ritenute indegne di essere vissute (erano semplicemente portatori di handicap o persone con disturbi psicologici). E ripeto, non solo la Germania, ma molte altre nazioni hanno commesso questi crimini. Comunque, alla fine della discussione mi sono fatto uscire dalla bocca “quando siamo in tanti a commettere nefandezze, serve sempre un capro espiatorio da incolpare…” e ho lanciato uno sguardo al diretto interessato che qualche mese prima, nel suo piccolo, aveva fatto esattamente la stessa cosa. In perfetto accordo con gli altri avevano incolpato uno solo, perché è più comodo, perché così è più facile, e se non è GIUSTO pazienza, gli conveniva e tanto bastava. Spero almeno di averlo fatto sentire una merda, di avergli fatto capire il suo errore, di avergli almeno dato uno spunto di riflessione, e se così non è stato, che volete che vi dica, io c’ho provato. Oh cazzo!!! Scusate l’imprecazione ma mi è caduto l’occhio sullo specchio che ho vicino, e mi sono accorto di avere praticamente l’acconciatura di Niccolò Fabi quando uscì Capelli, ve lo ricordate? No? Provvedo subito.

 

Lacrime alla Reception

Reception di un hotel, sto parlando col proprietario. Mentre parliamo sentiamo singhiozzare, esce di colpo da una porticina dietro al bancone della reception una ragazza che, svelta, prende un pacchetto di fazzolettini da un cassetto e scompare da dove è venuta. Pausa nella conversazione. Attimi d’imbarazzo, il proprietario mi dice che la ragazza è ucraina, e la situazione nel suo paese ha preso una brutta piega, il fratello e il padre sono stati chiamati alle armi. Attimo di gelo, mi spiega che da qualche giorno ha ricevuto la triste notizia e ogni tanto, cede al dolore, scompare dietro la porticina si sfoga e torna a lavoro, poi lui mi esorta a riprendere la precedente conversazione, finisco, saluto e me ne vado. In macchina sono rimasto cinque minuti fermo, ho dovuto fare mente locale prima di ripartire, quello che era successo poco prima mi aveva disturbato psicologicamente, il mio cervello aveva fatto, senza avvertirmi, una simulazione con me come protagonista, la lettera di chiamata, mi vedevo a riprendere la divisa dal sottoscala, dire della partenza ai parenti no no no no… Poi ho smesso di farmi le seghe mentali, ho messo in moto e me ne sono andato, col volante in mano e la tristezza seduta al posto del passeggero.