Mese: marzo 2019

Suicida

Giorni fa è scomparsa una persona, non era uno di famiglia o un amico, era una persona che conoscevo solamente di vista, uno di quelli che a volte vedevo in giro quando ancora risiedevo nel bel paese. Quello che mi ha fatto riflettere non è stata tanto la sua morte quanto la modalità con cui ha deciso di farla finita, un colpo di fucile e ciao. Erano anni che non se la passava bene, aveva quel brutto male che accomuna sempre più esseri umani, quell’alieno che silente ti cresce dentro, che piano piano ti succhia via la vita e che spesso, nonostante si provi a debellarlo con tutte le nostre forze, vince senza appello. Quindi lui sapeva perfettamente che ben presto l’alieno gli avrebbe presentato il conto e quindi ha visto bene di risparmiarsi giorni, mesi o anni di lenta agonia, per non parlare del fatto che ha risparmiato ai propri cari la visione di un uomo in disfacimento. Alcuni dicono che è un gesto egoista, o magari che la vita è sacra, ma io non mi sento proprio di condannarlo. Ha sistemato tutto, lasciato un bel gruzzolo ai figli, la moglie ha di che vivere senza lavorare e l’azienda di famiglia ormai sta già facendo il suo percorso grazie a uno dei figli, quindi, è tornato a casa la sera, è andato nel suo studio e con calma e precisione ha posto fine alla sua vita. Un suicidio ordinato, lucido, per certi versi semplice. Alcuni animali quando capiscono che non c’è più niente da fare giustamente si lasciano morire, alcuni delfini decidono deliberatamente di spiaggiarsi, i leoni se non sbaglio quando diventano troppo vecchi si allontanano di propria iniziativa per finire la loro vita da soli, gli animali lo fanno da millenni e nessuno si è mai sognato di condannarli, noi no, perché come diceva uno molto più intelligente di me “dei suicidi non hanno pietà”.

Ubriachi al mattino

E’ appena passato il carnevale, e qui in cruccolandia stanno iniziando ad alzarsi le temperature. Nella città in cui risiedo il Carnevale è una festa molto sentita e viene festeggiata per una settimana di seguito, ventiquattro ore su ventiquattro. Inutile dire che come tutti i popoli di origine anglosassone, anche i tedeschi hanno uno e un solo modo di festeggiare, bere. Bevono di tutto sin dalle prime ore del mattino, quindi tu puoi tranquillamente trovarti in situazioni strane a qualsiasi ora del giorno e della notte, infatti, l’altra mattina sono andato a fare un po’ di spesa e in fila alla cassa del supermercato ho avuto un incontro ravvicinato con una giovane coppietta in preda ai fumi dell’alcol. Io stavo semplicemente aspettando il mio turno con la roba sul nastro trasportatore, davanti a me la suddetta coppietta sghignazzava col fare classico dello sbronzo molesto, a un certo punto lui per mimare non so che alla fidanzatina perde l’equilibrio e per salvarsi da una rovinosa caduta appoggia malamente la sua mano sul mio pacco di crackers sbriciolandoli quasi completamente. Lei si mette a ridere sgallinando come una gallina ovaiola in procinto di espellere l’ovetto, lui invece si gira a guardarmi imbastendo una specie di sorriso. Ovviamente dal mio volto non traspariva nessuna smorfia che potesse ricordare anche solo lontanamente un sorriso, anzi, con viso impassibile (e non conoscendo il tedesco) ho semplicemente indicato lo scaffale dei crackers e incredibilmente il ragazzo ha capito e si è incamminato a prendermi una confezione nuova. Il fatto che bevano parecchio non è poi così strano, mi era capitato di vedere gente particolarmente idrovora anche quando abitavo in Gran Bretagna, la cosa che mi colpisce di più è che qui quando è festa partono dal mattino. Incredibile. Con lo stomaco debole che mi ritrovo, se facessi una cosa del genere, sarei ricoverato prima dello scoccare di mezzogiorno.