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Notte non sense

Ci risiamo, come al solito mi passo una lunga nottata sveglio, ormai è consuetudine, ogni tanto succede, il problema è che non riesco a trovare un senso a questa cosa. Ho provato anche a cercare tra i disturbi del sonno, ma nessuno ne sa nulla, cioè, se la cosa è ricorrente ci sono svariate patologie che potrebbero spiegare tale fenomeno, ma se succede ogni uno o due mesi nessuno sa cosa sia. Non ha senso! E vabbè, pazienza. Ne approfitto per scrivere un post, tanto di tempo hai voglia… E quindi in questa notte senza senso parliamone… E di che ti chiederai? Ma è ovvio del non avere un senso. Ci sono tante manifestazioni di robe senza senso, tipo la supercazzola! Della quale la prima testimonianza l’abbiamo avuta col celebre film “Amici Miei” di Mario Monicelli. Non ce l’ha un senso, ed è proprio quello il bello, dice un sacco di parole a caso e riesce comunque a far ridere. Geniale. Mi viene in mente anche il famosissimo grammelot (direttamente da wikipedia: è uno strumento recitativo che assembla suoni, onomatopee, parole e foni privi di significato in un discorso) del grande Dario Fo, che l’ha usato in molti dei suoi spettacoli, ne ricordo un esempio proprio in uno spezzone di “Mistero Buffo” chiamato “La fame dello Zanni”, anche questo decisamente geniale. Poi potremmo parlare del discorso che nel recente film “Alice in Wonderland” il Cappellaio fa a Alice mentre la trasporta sul cappello:

Cappellaio Matto: Era cerfuoso e i viviscidi tuoppi ghiarivan foracchiando nel pedano: tutti mifri i vilosnuoppi mentre squoltian i momi radi invano.

Alice: Scusi, che cos’era?

Cappellaio Matto: Che cos’era cosa? Il ciciarampa come vira spinto, ganascia sgrami artiglio scorticante. Rifugi il ciciarampa figliol mio e il fromiante grafobrancio. La spada bigralace strinse in pugno. Stric strac trinciava il brigralacio branco. Lo lasciò morto e la sua testa mobbia a casa riportava galonfando. Si parla di te, lo sai?

Bello eh? In inglese viene chiamato “Jabberwocky” (ancora direttamente da wikipedia:  è una poesia nonsense scritta da Lewis Carroll e pubblicata nel 1871 nel romanzo “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”) ed è considerato il più illustre esempio di nonsense scritto in lingua inglese. Comunque uno dei miei preferiti, scritto da Fosco Maraini e decantato da questa fantastica bambina di nome Maddy aiutata dal suo papà (credo…), è questo qua:

Grazie dell’attenzione e al prossimo post! Sempre che la supercazzola prematurata riprenda i contatti col tarapio tapioco…